Bilancio della Diocesi di Trieste: elargizioni e 8 per mille fanno quadrare i conti

Il 2023 si chiude con un risultato di esercizio positivo pari a 3.377 euro. Diminuiscono i contributi alla Caritas, le spese per il personale e per gli immobili

Laura Tonero
La sede della Diocesi di Trieste in Cavana Foto Massimo Silvano
La sede della Diocesi di Trieste in Cavana Foto Massimo Silvano

I triestini confermano la loro generosità a supporto delle attività della Diocesi. I contributi che arrivano dall’8 per mille consentono di mantenere a galla il bilancio. Ma per affrontare i prossimi esercizi, la Diocesi punterà a rinegoziare i mutui, a ristrutturare il debito quindi. Un’esigenza che emerge dalla relazione che il vicario per l’amministrazione, don Umberto Piccoli, allega al bilancio consuntivo consolidato 2023 della Diocesi di Trieste. Scorrendo il conto economico, si legge che l’anno è stato chiuso con un risultato di esercizio positivo di 3.377 euro: 2.630.951 euro di entrate (erano state di 3.310.379 nel 2022) e 2.627.574 euro di uscite (3.313.884 nel 2022).

Il sostegno ai conti

Come dicevamo, a dare un sostegno vitale ai conti è stato il contributo che ogni anno arriva dalla Cei, e che deriva da quanto i contribuenti destinano all’8 per mille. Una somma che lo scorso anno ammontava a 1.295.386 euro, oltre 400 mila euro in meno rispetto al 2022, quando però la Cei era intervenuta con un aiuto straordinario a sostegno dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici.

Andiamo con ordine, partendo dalle uscite, e nello specifico dalle spese che la Diocesi sostiene per gestire i suoi immobili, che si sono ridotte di oltre 102 mila euro rispetto al bilancio precedente, complici le bollette più leggere per energia elettrica e riscaldamento. Nel dettaglio, nel 2023, la Diocesi ha sborsato 143.919 euro per la sede di Cavana e poco più di 30 mila per gli altri immobili.

L’impegno sul territorio

Voltando pagina, e guardando all’impegno diretto sul territorio, a sostegno delle attività e dei centri diocesani sono stati investiti 638.405 euro (929.427 nel 2022), di questi 293.306 (404. 627 nel 2022) destinati al bilancio della Caritas e 173.811(365.016 nel 2022) ai servizi pastorali.

Quasi quadruplicato rispetto all’anno precedente il contributo e l’assistenza straordinaria per le parrocchie, che ammonta a oltre 103 mila euro. Una riorganizzazione della pianta organica ha ridotto le spese per il personale, passate dai 181.734 euro del 2022 ai 131.411 del 2023. Dei fondi garantiti dall’8 per mille, 611.067 sono stati utilizzati per esigenze di culto e pastorali, 631.431 per interventi caritativi.

Ridotti i debiti

Guardando al bilancio comparato, si nota una riduzione dei debiti verso i fornitori: 21.360 euro a fronte dei 127 mila del 2022. «Il prolungato precario andamento economico, reso ancora più preoccupante dalle situazioni conflittuali in essere – così Piccoli – ha interessato il bilancio diocesano, specie nei costi sostenuti per la regolare gestione economica».

Scorrendo l’elenco delle entrate, guardando il conto economico, oltre ai già citati contributi della Cei, si aggiungono 600.903 euro derivanti dalle attività diocesane (847.986 nel 2022), di questi 293.306 (402.493 nel 2022) per quelle portate avanti dalla Caritas. Un importante contributo a questa voce viene garantito anche dal Fondo Ravignani, istituito durante l’emergenza Covid per aiutare le famiglie in difficoltà. Tra elargizioni e offerte libere, cioè non finalizzate a interventi caritativi e destinate direttamente alla Diocesi, sono stati raccolti 203.305 euro, 20 mila euro in più rispetto al 2022. Nell’anno in esame, non risultano a bilancio eredità. Le “sopravvenienze attive”, i ricavi straordinari quindi, ammontano a 313.612 euro, mentre dalle locazioni la Diocesi nel 2023 ha incassato 139.612 euro.​​​​​​

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