Bilanci in rosso: salta il premio per 8 mila addetti della sanità Fvg

Niente bonus, pari a circa 200 euro a testa, per i dipendenti delle Aziende di Trieste e di Udine. La causa? I costi lievitati
Una veduta interna del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale civile di Brescia, in una immagine del 06 aprile 2018. .ANSA/FILIPPO VENEZIA
Una veduta interna del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale civile di Brescia, in una immagine del 06 aprile 2018. .ANSA/FILIPPO VENEZIA

TRIESTE Nessun premio, circa 200 euro a testa, in busta paga per infermieri, tecnici e operatori sanitari. I dipendenti non dirigenti del comparto delle Aziende sanitarie universitarie integrate di Trieste e Udine non si vedranno erogare il bonus perché il bilancio 2017 è stato chiuso con un passivo rispettivamente di 12,2 milioni e di 5,8. Va detto che il motivo non è da ricercare in una gestione sbagliata, ma nell’aumento del costo dei farmaci di ultima generazione, nell’acquisto di strumentazioni e nelle assunzioni.

Complessivamente i mancanti bonus sono di 700 mila euro per Trieste e di 900 mila per AsuiUd: non verranno erogati ai 3 mila e 500 e 4 mila e 500 dipendenti (8 mila in tutto), a differenza dei colleghi delle aziende sanitarie n. 2 “Bassa friulana – isontina”, n. 3 “Alto Friuli collinare – medio Friuli” e n. 5 “Friuli occidentale”. L’assessore regionale con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha ribadito che «il contratto collettivo stabilisce che nel momento in cui le aziende sanitarie sono in perdita non sia possibile utilizzare l’1%. Non è un problema di volontà politica, ma di norma statale, pertanto bisogna risolvere in altro modo». Il riferimento è al comma 3 lettera C dell’articolo 30 del contratto nazionale che parla di un incremento del fondo della produttività collettiva dell’1% in presenza di «avanzi di amministrazione o pareggio di bilancio, secondo le modalità stabilite dalle Regioni negli atti di indirizzo per la formazione dei bilanci di previsione annuale ovvero della realizzazione annuale di programmi concordati tra Regione e singole aziende ed enti, finalizzati al raggiungimento del pareggio di bilancio entro un termine prestabilito, ai sensi delle vigenti disposizioni». Secondo Riccardi quindi «non c’è spazio per la politica per poter intervenire».

Non concorda la consigliera regionale del Pd, Maria Grazia Santoro, che attacca: «Forse a Riccardi sfugge che l’assestamento, da sempre, serve proprio per ripianare eventuali perdite, eliminando di fatto questo motivo ostativo. A questo punto la domanda resta una sola: la Regione vuole riconoscere ai lavoratori i premi di produttività o no? Va inoltre chiarito – aggiunge Santoro – che il deficit non è legato a una cattiva gestione da parte delle aziende ma al fatto che gli ospedali hub costano più degli altri, come nel caso di Trieste e Udine. Dal momento che non c’è stata mala gestione, ma un incremento delle spese, cosa assolutamente normale, riteniamo che a maggior ragione non sia giusto far pagare agli operatori».

Fabio Pototschnig, segretario provinciale di Trieste della Fials, il sindacato con più iscritti in AsuiTs, ricorda che «nel 2016 il passivo era di 800 mila euro, anche quel bonus era saltato e forse si poteva provare a fare qualcosa, con 12 milioni di passivo è difficile un rientro». Sui possibili motivi, Pototschnig aggiunge che «fino al 2015, quando le due aziende erano separate (Azienda ospedaliera e Azienda sanitaria, ndr), i bilanci erano sempre in positivo, dall’unificazione evidentemente il nuovo sistema di finanziamento non è sufficiente a garantire l’attività dell’AsuiTs». Il segretario anticipa anche che per «il prossimo anno si parla di 4-5 milioni di passivo che la Regione forse ha tempo di sanare», il rischio è però di farlo «riducendo o temporeggiando sulle assunzioni e tagliando altre spese. Come Fials abbiamo fatto una raccolta firme insieme a Cgil, Cisl, Uil e Nursind per aumentare i fondi per il personale, ne abbiamo raccolte oltre 2 mila che consegneremo a Riccardi».

Mario Lapi (Cisl-Fp) evidenzia che «i bilanci sono in rosso perché dalla Regione sono arrivate meno risorse, potrebbero però dare i soldi per andare in pareggio. Forse non lo fanno perché mancano i fondi o non sono in grado». Lapi ricorda che nei bilanci di previsione «una volta era inserito questo 1% in più, e quando mancavano le risorse erano ripianate comprendendo la quota premio. La Regione, nelle ultime indicazioni sulla formazione del bilancio, ha chiesto però di togliere l’1% aggiuntivo bloccando quindi ogni alternativa. A questo si aggiunge anche che le altre Aziende hanno chiuso in positivo, sarebbe quindi complesso da giustificare con gli altri territori. Parliamo comunque di cifre molto contenute rispetto al bilancio complessivo». —


 

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