Bike sharing, a Gorizia atti vandalici senza fine

L’assessore comunale all’Ambiente Del Sordi: «Smantelleremo la postazione di viale Oriani. È quella che è stata maggiormente danneggiata». Zotti (Lega Nord): «Si installino le telecamere»
Bumbaca Gorizia 10.11.2013 Bike Sharing devastati - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 10.11.2013 Bike Sharing devastati - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

È un’autentica opera di demolizione. Lenta ma continua e devastante. Non c’è pace per le postazioni bike sharing di Gorizia. Sembra che qualcuno non abbia modo migliore di passare il tempo se non distruggendo le biciclette pubbliche: magari per rubarle o soltanto per il gusto di sfogare le proprie frustazioni.

L’ultima segnalazione, dopo i nostri recenti servizi, arriva dal consigliere provinciale Franco Zotti. Da buon leghista una soluzione in tasca ce l’ha: si chiama “telecamere”. «Le installino velocemente prima che tutti i velocipedi finiscano distrutti. Soprattutto in viale Oriani lo spettacolo è di una tristezza assoluta. Ormai non ci sono nemmeno più le biciclette e tutte le colonnine sono danneggiate. Il Comune deve fare qualcosa».

Pronta la risposta dell’assessore alla Mobilità urbana Francesco Del Sordi che non ritiene però la videosorveglianza come la panacea di tutti i mali. «No, non è che con le telecamere si risolvono tutti i problemi. Certo, possono contenere il fenomeno ma non risolve alla radice la questione», sottolinea Del Sordi. Che aggiunge: «Quando inaugurammo il bike sharing, eravamo perfettamente consapevoli che potevamo correre qualche rischio. Per questo - le parole dell’assessore - ci siamo tutelati con le assicurazioni. Il problema, semmai, è la velocità di riparazione: per questo ho chiesto di inserire a bilancio ci siano delle poste per un progetto di manutenzione più assidua».

«Riguardo la situazione di viale Oriani ci sono due problemi: è la postazione più danneggiata e, nel contempo, è quella meno utilizzata. L’idea è di smantellarla, spostandola nel parcheggio di via Giustianiani. Non ci scoraggiamo e continuiamo a puntare sul bike sharing: con gli stanziamenti del Pisus realizzeremo altre postazioni.

Ma come agiscono i vandali? Con la mazza distruggono gli agganci che sono realizzati in teflon, un materiale durissimo. Sono state danneggiate 16 “orecchie” su 52. E, non è facile riuscire a romperle: devono essersi impegnati allo spasimo con violente martellate. Perché questa furia cieca? Semplice, per tentare di rubare le biciclette. «Ma ci sono riusciti in un solo caso. Fortunatamente, infatti, manca all’appello soltanto un velocipede», fa sapere il Comune.

Peraltro (e ne demmo conto già nel luglio scorso in occasione del primo servizio sui vandalismi), l’ufficio Ambiente del Comune in collaborazione con il Ced sta cercando una valida contromisura per il principale problema di comunicazione tra le stazioni e il server contenente il database dei movimenti. A quanto pare, l’unica soluzione perseguibile con certezza di risultato sarebbe l’installazione su ogni postazione di un accesso Adsl che consentirebbe anche l’attivazione di una telecamera di sicurezza per il controllo continuo della stazione (non permette di controllare tutti gli atti di vandalismo, ma solo quelli svolti in prossimità della postazione). Insomma, una soluzione non lontanissima da quella caldeggiata da Zotti.

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