«Biglietto prego»: sui bus di triestini richiesta anche in sloveno

Una circolare interna di Trieste Trasporti invita i controllori a usare quella lingua se ritengono che il passeggero la parli. Documento già proposto oltre un anno fa
Lasorte Trieste 02/12/11 - Trieste Trasporti, Autobus
Lasorte Trieste 02/12/11 - Trieste Trasporti, Autobus

Il bilinguismo sale sugli autobus della Trieste Trasporti. Una circolare firmata dal direttore commerciale dell’azienda di trasporto pubblico locale, Dario Del Bo, invita i controllori a chiedere il biglietto anche in sloveno quando si presume che il passeggero parli per l’appunto quella lingua. E nella missiva indirizzata ai verificatori di titoli di viaggio viene indicata anche l'espressione da utilizzare: «Prosim listek».

Il direttore commerciale dell’azienda di via dei Lavoratori, raggiunto telefonicamente, pur confermando rimanda di mezz’ora la motivazione che ha spinto l’azienda a prendere questo provvedimento, dicendo di doversi consultare con i vertici. Poi riferisce che «i vertici tra qualche giorno daranno spiegazioni dettagliate» in merito.

C’è chi sostiene che la decisione sia motivata dalle insistenti pressioni del professor Samo Pahor, che riterrebbe doveroso che gli stessi biglietti dell’autobus fossero stampati anche in sloveno. Del Bo smentisce. Pahor invece conferma. «Tutto è partito nel 2003 – ricorda Pahor - quando ho scritto una lettera inviando fotocopia del mio abbonamento con a fianco la mia dichiarazione che non l’avrei mai più esibita a chi non me la chiedeva in lingua slovena. Su questo non ho mai mollato, ho chiesto il rispetto della legge. Comunque la circolare non viene rispettata», aggiunge.

La disposizione interna indirizzata al funzionario responsabile del reparto assistenti e al reparto assistenti alla clientela era già circolata oltre un anno fa. Oggi viene riproposta. L’oggetto recita: «Istruzione operativa in occasione delle verifica dei titoli di viaggio a bordo degli autobus». Così la circolare a firma di Del Bo: «Si dispone che, in occasione dello svolgimento dell’attività di controllo dei biglietti, nel caso l’assistente presupponga che il cliente verificato sia di madre lingua slovena, dovrà per necessaria comunicazione rivolgersi al cliente ponendo il quesito di presentazione del titolo di viaggio con la frase “Prosim listek”».

«E perché non anche in inglese, tedesco o croato?», osserva Willy Puglia, segretario regionale delle Rappresentanze sindacali di base. Del Bo, pur non volendo fornire ulteriori spiegazioni, conferma che una simile circolare non è mai stata diramata per invitare i controllori della Trieste Trasporti a utilizzare anche l’inglese o il tedesco. «Troverei corretto, vista la vocazione turistica della città - valuta il sindacalista Puglia – che ai verificatori dei titoli di viaggio venga fatto fare un corso base, in orario lavorativo, per insegnare loro i fondamenti delle lingue dei turisti che visitano la città, incluso lo sloveno». Secondo Puglia in quel caso si tratterebbe di un miglioramento della professionalità dei controllori che però «andrebbe anche retribuito. Queste direttive – conclude Puglia – evidenziano comunque ulteriormente come l’azienda sia lontana dal comprendere i veri e seri problemi del personale che opera in Trieste Trasporti».

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