Biglietto della lotteria vincente a Monfalcone, la titolare: «E’ andato a chi ne aveva bisogno»
La titolare della rivendita Srafin di via Rosselli: «Spero mi regali un mazzo di rose gialle o arancioni»
Per le vincite, parafrasando Eliot, gennaio è il più docile dei mesi. Quello che ammansisce la brama del futuro, perché, se in partenza piovono quattrini, a placare l’ansia del vivere l’anno nuovo si fa subito ben volere. Soprattutto: fa ben sperare. E così il 2025 regala 50 mila euro, con la Lotteria Italia, a Monfalcone.
Il tagliando è della serie S numero 182139. Ancora anonimo il favorito dalla sorte. Tutti gli indizi portano però a un lavoratore o una lavoratrice. Perché questi sono, in larga misura, gli acquirenti del centinaio di biglietti staccati nelle ultime settimane alla rivendita Serafin, civico 15 di via Rosselli, dove ha indugiato la Dea bendata la notte della Befana.
«Tantissime badanti dell’Est, che devono nutrire una predilezione per questo gioco, almeno io ho pensato così, qualche bengalese e diversi lavoratori di ditte specializzate: non saprei dire chi può aver intascato, tra loro, i 50 mila euro, ma questo è lo spaccato più rappresentativo, oltre naturalmente ai residenti del posto», spiega la titolare Alessandra Serafin.
Dunque una platea operaia, specchio della città, s’è cimentata nella scommessa sul biglietto della Lotteria. «Se c’era qualche Rockefeller – prosegue la titolare dell’edicola di riviste e giornali – si è mimetizzato bene ed è arrivato qui in incognito. Va detto comunque che abbiamo i clienti più disparati, quindi veramente non saprei chi è il fortunato». Una delle giocatrici, anche la mamma di 85 anni: «Ne compra da sempre uno solo all’anno e stamattina mi fa: “Ma non potevi venderlo a me, il biglietto giusto?”. Eh, magari c’avessi azzeccato», sorride la tabaccaia.
Per il momento il vincitore non si è palesato al centralissimo, storico esercizio di Monfalcone, situato di fianco al Comando della Polizia locale e a una manciata di passi dal Duomo. «Sono invece venuti altri clienti, speranzosi, chiedendomi di verificare se il loro tagliando combaciasse con quello che ha centrato la lotteria una volta circolata la notizia – riferisce Alessandra Serafin – e così ho fatto, ma purtroppo non era così». Dunque ancora nessun biglietto o altro tipo di ringraziamento. «Cosa mi piacerebbe? Ricevere un mazzo di rose gialle o arancioni, il mio colore preferito – risponde –: non lo terrei per me, ma lo esporrei in vetrina così che tutti possano apprezzare il gesto gentile». «Io sono già contenta che qualcuno abbia vinto qualcosa – prosegue – perché sono sicura si tratti di una persona che avrebbe potuto necessitare di questo aiutino».
Cinquantamila euro non sono una cifra da capogiro, che trasforma d’emblée in nababbi, ma costituiscono un bel gruzzolo in grado di svoltare per esempio da una situazione di debito. Di consentire a un figlio di pagarsi l’università senza mettersi a lavorare. Può permettere l’estinzione di un mutuo, il saldo delle rate di un’auto appena acquistata, cioè alleggerire in qualche modo il carico finanziario sulle spalle di una famiglia media.
È la prima volta, da quando Serafin ha in gestione la rivendita, che viene infilzato al bersaglio un tagliando della Lotteria Italia. Nella nostra regione sono stati strappati in tutto dal blocchetto 113.660 biglietti (il +23% rispetto al 2023). Nella sola provincia di Gorizia se ne sono staccati 11.460 (il +27, 6%). «Invece – ricorda la titolare dell’edicola – nella passata gestione si erano conquistati qui una volta 10 milioni di lire: me l’ha detto stamattina (ieri per chi legge, ndr) la precedente gestrice, la signora Fumis».
Non per questo Alessandra Serafin non è avvezza alla vincite, tutt’altro: ai tempi del tabacchino della stazione, dove ha lavorato col marito per 27 anni, poté osservare la strabiliante vincita al “Gratta e vinci” di un miliardo di lire, forse la più alta in assoluto tra quelle registrate a Monfalcone, avvenuta nel 1998. E, due anni prima, un’altra da 100 milioni di lire. In quel periodo due importi di tutto rilievo, allora sì in grado di svoltare un’esistenza. Stavolta il premio è di 50 mila euro: il peso del bacio della Dea bendata a Monfalcone. —
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