Biglietti aerei da Ronchi, rincari di un euro
TRIESTE. Entreranno in vigore l'11 luglio le nuove tariffe dei diritti aeroportuali di Ronchi dei Legionari. Le compagnie pagheranno fra il 9 e il 10% in più per i servizi messi a disposizione dal Savorgnan di Brazzà: un valore medio indicativo, perché la cifra dipenderà da destinazione e tipo di vettore utilizzato. Sebbene non sia ancora nota la quantificazione dei ricavi previsti, lo scalo potrà così contare su nuove risorse per la tenuta di un conto economico in rosso.
Non dovrebbero esserci conseguenze di rilievo sui viaggiatori: il direttore Marco Consalvo assicura che «l'aumento dei diritti comporterà un ritocco di un euro a biglietto da parte delle compagnie». Il via libera è arrivato ieri dall'Autorità di regolazione dei trasporti, che ha approvato l'intesa fra Ronchi ed Enac. Il presidente Antonio Marano parla di «grande successo perché siamo il primo dei piccoli aeroporti italiani ad aver concluso l'accordo, peraltro in tempi record». Con Trieste, sono 11 le revisioni dei diritti aeroportuali raggiunte: le altre riguardano Torino, Genova, Pisa, Firenze, Bologna, Napoli, Cagliari, Olbia, Palermo e Catania. Consalvo spiega che «la revisione delle tariffe tiene conto di tre parametri: traffico passeggeri, investimenti e struttura dei costi.
Per prima cosa, Ronchi ha dovuto ottenere da Enac l'approvazione del piano da investimenti da 39 milioni: fatto non scontato per un piccolo aeroporto. L'ok ci ha permesso di presentare alle compagnie il nuovo modello tariffario, approvato da queste all'unanimità». Il direttore non pensa che «si creerà una disaffezione da parte delle compagnie: i rincari corrisponderanno a infrastrutture e servizi migliori».
La speranza è ottenere «uno stabile aumento dei ricavi: puntiamo a eliminare le perdite già nel 2016 e l'accordo sui diritti corrisponde a tale finalità, sommandosi all'impegno sulla riduzione dei costi di servizi e personale, senza intaccare l'efficienza». Nel frattempo, Ronchi deve però incassare le critiche del Movimento 5 Stelle sull'utilizzo dei contratti di solidarietà previsti nel piano di risanamento. Secondo Ilaria Dal Zovo, «i dipendenti non possono pagare i danni causati da amministratori incapaci, venendo in futuro costretti ad accettare qualsiasi contratto venga loro proposto. Sono state le amministrazioni di centrosinistra e centrodestra a scegliere i vertici della struttura per 15 anni: chiediamo un'azione di responsabilità per individuare le cause del dissesto prodotto».
La nuova dirigenza ottiene comunque un'apertura di credito dai pentastellati, con Elena Bianchi ad ammettere che «il piano industriale rappresenta una svolta dopo anni di pessimi risultati. È giusto mettere in sicurezza l'azienda, ma la ristrutturazione non può penalizzare unicamente i dipendenti. Sarà buona parte dei turnisti a pagare visto che amministrativi e dirigenti al momento sono stati risparmiati». (d.d.a.)
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