Big science business forum al via a Trieste: in Area un laboratorio per l’idrogeno
Con 1,2 milioni verrà realizzato in Area Science Park: in un ambiente simulerà produzione, stoccaggio e uso.

Con gli eventi collaterali e il taglio del nastro è iniziato ufficialmente il Big science business forum (Bsbf), la fiera delle opportunità generate dalle dieci grandi organizzazioni scientifiche europee che ha richiamato più di mille delegati in Porto vecchio provenienti da 30 Paesi e 500 organizzazioni, e che genera un mercato da 10 miliardi di euro all’anno.
Tanto valgono infatti i bandi emanati dai grandi acceleratori di particelle (Cern e Fair), dall’agenzia spaziale europea (Esa), dagli osservatori spaziali (Eso e Skao), da Fusion for Energy (F4e) che studia la fusione nucleare, e da varie altre infrastrutture di ricerca che offrono luce di sincrotrone (Esrf), raggi X ultracorti (European XFel), e fasci di neutroni (Ill e Ess).

Le dieci Big science organisations che promuovono l’evento – ospitato dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Ilo Network Italia –, insomma, sono le infrastrutture che permetteranno di affrontare le sfide del mondo del futuro, dalla diagnostica biomedicale, allo spazio e all’energia. Energia che, con l’idrogeno, è stata il tema di uno degli eventi collaterali, promosso da Area Science Park e Ceric (Central European Research Infrastructure Consortium).
Proprio in Area, è stato annunciato a margine dell’evento dalla presidente Caterina Petrillo, verrà costruito un laboratorio di ricerca in cui si simulerà la produzione, lo stoccaggio, e l’utilizzo di idrogeno in un unico ambiente.

«Doteremo tutto il sistema di sensoristica avanzata che permetta di creare un gemello digitale, per incrementare l’efficienza della produzione e abbassarne i costi», spiega Alberto Soraci, referente del progetto della North Adriatic Hydrogen Valley in Area.
Si tratta di un progetto da 1,2 milioni di euro, proposto da Area science park, Sissa e Università di Trieste, che ha fatto domanda per accedere ai finanziamenti messi in campo dalla Regione per le infrastrutture di ricerca nell’ambito della catena del valore dell’idrogeno. Ma il laboratorio si farà a prescindere perché «Area ha deciso di investire le risorse anche qualora non si riesca ad accedere al bando, in quanto permetterà di contribuire ad aumentare la resilienza del settore energetico».
Ma questo è solo un piccolo tassello dei progetti che ruotano intorno alla Valle dell’idrogeno transfrontaliera che coinvolge Croazia, Slovenia e Fvg. Lo ha spiegato Luigi Crema, presidente di Hydrogen Europe Research, un ente composto da oltre 130 università e centri di ricerca internazionali, che collabora insieme alla Commissione europea e a Hydrogen Europe (che invece raccoglie rappresentanti dell’industria) alla Clean Hydrogen Partnership, una partnership pubblico-privato che promuove ricerca e innovazione sulle tecnologie a idrogeno.
«La North Adriatic Hydrogen Valley è la più grande esistente in Europa. Creerà progetti pilota coordinati per creare innovazione sulla gestione del primo mercato transfrontaliero dell’idrogeno e per far vedere che la filiera può funzionare da un punto di vista economico – ha affermato Crema –. In più si punta a creare un digital twin dell’intera Hydrogen Valley, che permetterà di monitorare e usare modalità in cui produco e scambio idrogeno ottimizzate in termini economici e ambientali».
Crema ha ricordato inoltre che il report di Draghi sulla competitività «cita 83 volte l’idrogeno», in quanto è un ambito dove l’Europa «ha un vantaggio competitivo rispetto a Usa e Cina» ed è «cruciale per la decarbonizzazione».
Al taglio del nastro ha partecipato Alessia Rosolen, l’assessore regionale alla Ricerca che ha sottolineato come l’evento sia un «palcoscenico di prestigio per il sistema scientifico del Fvg», e ha ricordato la peculiarità del Bsbf di Trieste: «Favorire l’incrocio di domanda e offerta, sono oltre 1.850 i candidati da tutta Europa per il career day che si svolgerà venerdì». Presente anche l’assessore alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, che ha sottolineato come «Bsbf può fungere da autentico trampolino di lancio per aprire nuovi scenari di crescita economica e progresso tecnologico». —
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