Bici a nolo, aree pedonali e turismo: corsa ai fondi Ue
di Gabriella Ziani
Nuovi spazi pedonali, show room per attività artigianali e prodotti tipici, percorsi museali ragionati e leggibili, nuovi siti Internet con le offerte culturali, biciclette da noleggiare per turisti e pendolari, una “piazza coperta” con attività per giovani nel cortile della Biblioteca civica, più pannelli fotovoltaici sui palazzi pubblici, valorizzazione dei locali storici, negozi “turistici”, una città che anche della periferia fa vetrina in centro e che pensa tutto questo non solo in fretta, ma anche in assoluta (e indispensabile) collaborazione tra enti pubblici, imprese e privati: ecco la novità con cui fare subito i conti, e di cui imparare immediatamente il nome.
Dopo che altre sigle portatrici di fondi europei sono diventate pane quotidiano tra tante che restano misteriose - a Trieste per tutte “Urban” che ha consentito la riqualificazione di Cittavecchia - arriva adesso per mano del Comune (che ha recepito la delibera regionale) una cosa chiamata Pisus. Significa Piano integrato di sviluppo sostenibile ed è uno degli «assi» di un grande contenitore di fondi europei, il Por-Fesr. Il Pisus, in questo quadro, è l’asse 4, e promuove «la coesione interna e la crescita territoriale equilibrata, con l’aumento di attrattività del territorio urbano, lo stimolo allo sviluppo attraverso un efficiente ed efficace utilizzo delle sue risorse».
Da tempo allo studio negli uffici comunali, Pisus è stato subito abbracciato dalla giunta Cosolini, padrini ne sono Fabio Omero, assessore allo Sviluppo economico e ai fondi comunitari, e Elena Marchigiani, assessore ai Lavori pubblici e alle politiche per la casa. Il programma comunale è già individuato, ma non basta. Il progetto complessivo che Trieste presenterà in Regione per sottoporsi alla valutazione per punteggio, e concorrere a ricevere il 77% della spesa preventivata (che non può essere inferiore a 3 milioni e superiore a 5 milioni e 800 mila euro), dovrà essere completato dalle proposte di enti, associazioni, aziende e anche privati cittadini.
In sostanza sono tre i campi di lavoro. Il primo è «qualificazione urbana, percorsi, accessibilità». Il Comune propone appunto nuovi percorsi pedonali (via Ghega verso stazione) e vari punti per “bike sharing”, cioè il libero affitto individuale di biciclette. «Pensiamo per esempio alla direttrice via Carducci-viale D’Annunzio - spiega Omero -, anche per avvicinare il polo museale di via Cumano».
Il secondo obiettivo è «cultura»: mettere in rete pubblico e privato, e inserire nel capitolo anche la promozione di prodotti del territorio. Contatti sono stati già avviati con la Provincia che da tempo lavora all’obiettivo. Qui, fra molte cose, s’inserisce l’idea di offrire a operatori economici e artigiani una propria vetrina nel salotto della città, anche per intercettare il flusso turistico.
Terzo asse? Appunto «economia e turismo». Che significa «rendere il “salotto buono” della città una vetrina a disposizione dell’intera città, con la valorizzazione dei locali storici, con spazi espositivi e di vendita adeguati». Parole d’ordine: sinergia tra pubblico e privato, tra cultura ed economia, attraverso «l’innovazione e la creatività». Si apre insomma una nuova strada alla città pensosa, sospettata di essere addormentata ma vogliosa di turismo. Se vorrà camminare dovrà inventare e farsi avanti contando i minuti: il Comune, referente unico del progetto, deve presentare il progetto completo in Regione entro il mezzogiorno del 15 novembre.
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