Bestemmie in campo? Ecco il cartellino verde

Espulsione “a tempo” per chi impreca durante le partite della Gorizia Cup. L’originale iniziativa contro le cattive abitudini di alcuni giocatori
Lasorte Trieste 09/02/08 - Lecce Triestina - espulsione
Lasorte Trieste 09/02/08 - Lecce Triestina - espulsione

GORIZIA. A San Donà di Piave, l’effigie della Madonna a bordo campo, a Gorizia il cartellino verde. Anche sui campi di calcio isontini c’è infatti da raccontare una storia simile a quella che in Veneto in questi giorni sta assurgendo alla cronaca: una società dilettantistica di San Donà militante in Terza categoria ha infatti scelto il posizionamento di un’immagine sacra di Maria tra le due panchine per disincentivare i giocatori in campo alla pessima abitudine della bestemmia, mentre il sindaco di Montegrotto Terme, nel Padovano, ha addirittura messo i sigilli ad un rettangolo verde di gioco per i troppi insulti verso l’alto rivolti dai calciatori. A Gorizia c’è chi ha scelto una strada alternativa e a suo modo simpatica per mettere fine a questa pratica: il cartellino verde.

Nella Gorizia Cup, torneo amatoriale di calcio a sette nel quale militano 14 squadre provenienti da tutta la provincia, gli organizzatori hanno infatti scelto un cartellino “intermedio” per bloccare i bestemmiatori: chi pronuncia il nome di Dio invano in campo, viene così fermato momentaneamente dall’arbitro con l’esposizione del cartellino verde, lasciando la squadra del reo con un uomo in meno per i cinque minuti nei quali il bestemmiatore espierà la sua colpa. Un mezzo, questo, utilizzato per dare un freno alle troppe parolacce nelle quali viene tirato in ballo chi Lassù non c’entra nulla, che sia più severo di una semplice ammonizione e meno drastico di un “rosso”.

A pesare sulla scelta dell’organizzazione, il fatto che uno dei campi sui quali si disputa il campionato è il Pastor Angelicus, terreno di proprietà ecclesiastico e dunque ben poco incline ad accettare qualsivoglia tipo di bestemmia. Anche se, secondo il delegato provinciale Figc Antonio Quarta, da noi non è che si bestemmi più di tanto: «Ho saputo di quest’iniziativa della Madonna a bordo campo in Veneto – dice – ma da noi il fenomeno è molto limitato per fortuna. O almeno, questo è quello che mi risulta: da noi la bestemmia è un maleducato intercalare per fortuna utilizzato da pochi».

Da tempo, comunque, le società dilettantistiche del calcio isontino stanno lavorando per contrastare, se non proprio eliminare, la brutta abitudine. Il tutto con particolare riferimento ai settori giovanili, dove il “vizio” nasce e si radica seguendo purtroppo gli esempi negativi che arrivano dalla società. «Noi siamo sempre molto attenti all’aspetto dell’educazione e del rispetto in campo – spiega ad esempio il presidente del Sovodnje Valentino Custrin -, e questo vale soprattutto in riferimento ai più piccoli, i ragazzi del settore giovanile. Infatti è con i bambini e gli adolescenti che bisogna lavorare di più, accostando il momento educativo a quello tecnico e agonistico. Da adulti, invece, le brutte abitudini sono ormai radicate e difficili da estirpare». Il fenomeno della bestemmia, però, secondo il presidente Custrin è forse in regresso rispetto al passato. «Sicuramente è deprecabile bestemmiare, su un campo di calcio così come più in generale nella vita – precisa Custrin -, ma non mi sembra che la situazione sia peggiorata nel tempo».

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