Beppino: la Chiesa non può impormi i suoi valori
Il padre: «Nel 2004 chiesi aiuto a Palazzo Chigi, il Cavaliere non mi ha mai risposto»
«Nel 2004 ho inviato una lettera a Berlusconi quando era presidente del consiglio chiedendogli aiuto. Non rispose. Visto che né politica né governo avevano fatto niente mi rivolsi ai giudici. La condanna a vivere a qualsiasi costo è peggio di una condanna a morte». E ancora: «È stata una scelta presa in famiglia. Vita, morte, dignità, libertà. Siamo tre purosangue della libertà». Parla Beppino Englaro, il padre di Eluana. Lo fa con Miguel Mora, il corrispondente dall’Italia del Pais, quotidiano spagnolo. Una lunga intervista nella quale spiega per filo e per segno il perché delle sue scelte, risponde a Berlusconi e alla Chiesa.
Parole chiare, concetti semplici. «Uno che per 17 anni si dedica a compiere la missione che gli ha affidato la figlia è un eroe», dice Mora. Poi svela il retroscena dell’intervista. «Ho conosciuto Beppino Englaro tre mesi fa a Milano. Ero con lui e l’avvocato Vittorio Angiolini quando arrivò la notizia della sentenza della Cassazione. Siamo rimasti in contatto e sabato l’ho chiamato. Era a Lecco, in casa con la moglie. Siamo restati al telefono 40 minuti». Ecco le risposte più significative.
LA POSIZIONE DELLA CHIESA
«Della Chiesa non parlo, non polemizzo con loro. La Chiesa non ha niente a che vedere con questa vicenda. Non mi può imporre i suoi valori. Può esprimere un’opinione, ma non riguarda né né Eluana. Il magistero della Chiesa è morale, lo Stato è laico. Per chiedere giustizia mi sono rivolto allo Stato non alla Chiesa".
IL PROTOCOLLO CAMBIATO?
«I tre medici cercano di portare a termine il 100% del protocollo deciso dal giudice. Il nostro unico interesse è rispettare la legge». L’uscita del governo Berlusconi. «Un colpo a effetto. Mi viene da dire solo che a volte la realtà supera la fantasia più fantasiosa. È molto curioso che Berlusconi sia entrato in scena solo ora». E ancora: «Per più di dieci anni tutti i passaggi giudiziari hanno esaminato fino al più piccolo dettaglio. Non capisco cosa vogliano scoprire ora i politici».
LO SCONTRO BERLUSCONI-NAPOLITANO
«In un Paese civile non dovrebbe succedere. Forse Berlusconi non comprende la divisione fra i poteri». Cosa dà noia: «La storia è sempre stata chiara, netta, limpida. Si è fatto tutto in modo scrupolosamente legale. E questo dà noia, perché loro non sono abituati a gestire cose così pulite. Non capiscono cosa sia la legalità alla luce del sole».
I SOLDI PAGATI
«L’unico costo che mi interessa è la libertà fondamentale di mia figlia. Fosse stato per Eluana non sarebbe costata un euro. Non ho chiesto che la mantenessero viva, ma che la lasciassero morire. Siamo stati obbligati a mantenerla viva da medici che non ci conoscevano, un atto di violenza spaventosa».
ELUANA COME SIMBOLO DI LIBERTÀ?
»Spero che la sua storia serva a far capire che la medicina deve pensare mille volte prima di creare situazioni che non esistono in natura. Questa è pazzia. La vita senza limiti è peggio di una condanna a morte».
LA REPLICA DI PALAZZO CHIGI
In serata da Palazzo Chigi arriva una nota: «Alla segreteria del presidente del Consiglio non risulta una richiesta di intervento da parte del signor Englaro nell’anno 2004». Controreplica: «Ho mandato raccomandate nel marzo 2004 a Quirinale, Camera, Senato e Palazzo Chigi. Tutti hanno risposto meno Palazzo Chigi».
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