Beni intestati per 800 mila euro, badante a processo per plagio a Gorizia
VILLESSE. Processo partito all’insegna della “battaglia delle carte”, quello che vede imputata di circonvenzione di incapace e di furto aggravato una badante di 42 anni nei confronti di una coppia di anziani, lui di 88 anni, lei 78, residente a Villesse. Secondo le ipotesi di accusa, la donna li avrebbe plagiati e avrebbe programmato un piano per appropriarsi dei loro beni. A lei, sulla completa fiducia, avevano affidato la procura generale in ordine alla gestione dei conti. Soldi utilizzati per “spese personali”, sempre secondo l’accusa, fino ad andare a giocare nei casinò di Nova Gorica.
Con la promessa di accudirli in tutto e per tutto fino al decesso, la quarantaduenne s’era fatta nominare erede universale del patrimonio dei coniugi, quantificato sull’ordine degli 800 mila euro. Due distinti testamenti, infatti, erano stati sottoscritti davanti al notaio, nel marzo 2019, a fronte della documentazione rilasciata dal medico di base, a gennaio, ad attestare la capacità di intendere e volere dei due anziani. Gli atti testamentari e le procure generali circa la gestione dei conti correnti erano stati sequestrati dal Tribunale di Gorizia, nell’ambito delle indagini condotte dalla Gdf, scaturite dalla denuncia presentata dalla nipote dei coniugi, a fine febbraio dello scorso anno.
La certificazione medica in aula, ad avvio del procedimento lo scorso 14 ottobre, con l’udienza filtro, davanti al giudice monocratico Marcello Coppari, è stata prodotta dal difensore della donna, avvocato Massimo Forni, del Foro di Udine, ai fini dell’acquisizione, a dimostrare quindi il possesso delle facoltà mentali della coppia, nel periodo dei fatti contestati. Documentazione acquisita dal giudice, non invece per altre “carte” presentate dalla difesa.
Come una serie di scontrini asseritamente attestanti le spese eseguite dalla badante, tra supermercati, negozi e quant’altro, per conto dei suoi assistiti, nonché riscontri cartacei circa i pagamenti e i prelievi mediante l’utilizzo del bancomat dai conti correnti dei coniugi. Il difensore ha anche fornito una serie di rapporti scritti dalla badante, sempre asseritamente a titolo di resoconto delle spese eseguite a favore della coppia. Materiale cartaceo in questo caso per il quale si sono opposti all’acquisizione i legali delle parti offese, l’avvocato Francesca Negro per gli anziani e l’avvocato Massimo Macor per la nipote, costituitesi parte civile a processo. I legali hanno in sostanza sostenuto l’incertezza documentale in ordine agli scontrini e ai resoconti, in riferimento a date, provenienza e riferibilità.
Alla fine è stata acquisita la sola documentazione medica. Durante l’udienza le parti hanno presentato l’elenco dei propri testi, nonché dei propri consulenti in ordine alle analisi eseguite sulle operazioni bancarie effettuate dalla donna. Avvio del processo, dunque, con le prime contrapposizioni tra difesa e legali di parte civile, a dare la misura della complessità e delicatezza della vicenda. Era giugno 2019 quando la Guardia di Finanza goriziana, al termine delle indagini, coordinate dal pm Ilaria Iozzi, aveva denunciato la 42enne, da tempo residente nell’Isontino, per circonvenzione di incapace e furto aggravato.
Allora il giudice per le indagini preliminari aveva disposto nei confronti della badante l’allontanamento dalla casa degli anziani, presso la quale si era stabilita, nonché il divieto assoluto di comunicare con loro con qualsiasi mezzo e il divieto di avvicinamento ad una distanza inferiore ai 200 metri. Le consulenze mediche e psichiatriche disposte dal pubblico ministero avevano permesso di stabilire che i coniugi, affetti da numerose patologie, fossero psicologicamente fragili. Il pm Iozzi aveva inoltre ottenuto dal Gip, come richiesto anche dalla nipote degli anziani, la nomina di un amministratore di sostegno, individuato nell’avvocato Maurizio Rizzatto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo