Beni culturali, Dorsi alla Direzione regionale

Il soprintendente archivistico nominato ad interim in attesa della riorganizzazione che prevede il declassamento della struttura. Torrenti: ma fiduciosi di ridiscuterne
Di Paola Bolis
Silvano Trieste 01/07/2013 Palazzo Economo
Silvano Trieste 01/07/2013 Palazzo Economo

Dopo oltre un mese di vacatio il ruolo di direttore regionale dei Beni culturali è nuovamente coperto. A Giangiacomo Martines, in pensione da fine gennaio, succede Pierpaolo Dorsi, 61 anni, già funzionario agli Archivi di Stato di Trieste e Gorizia e dal 2002 soprintendente archivistico per il Friuli Venezia Giulia. Quello che il segretariato generale del ministero (Mibact) ha conferito a Dorsi è però un incarico di supplenza: in base ai criteri indicati dall’Ufficio legislativo, è stato infatti prescelto quale il dirigente di seconda fascia «più anziano nel ruolo» presente nell’organico.

Dorsi potrà guidare Palazzo Economo per sei mesi prorogabili fino a dodici in attesa dell’«interpello», cioè del bando che Roma diramerà per assegnare l’incarico in via definitiva. La nomina, naturalmente nell’ottica di non paralizzare l’intera macchina, giunge infatti nella fase di passaggio tra vecchia e nuova organizzazione della struttura, con il risultato - conferma il direttore amministrativo di Palazzo Economo Piero Camber - che «stiamo verificando con Roma le competenze che il direttore ad interim avrà». Il 28 febbraio scorso infatti il Consiglio dei ministri ha licenziato la riforma che in base alla legge sulla spending review cancella alcune Direzioni generali e regionali. Il decreto è in corso di registrazione a Roma: dunque almeno fino all’entrata in vigore del testo i poteri attuali del direttore restano quelli che aveva l’architetto Martines, riferisce Dorsi che ieri, giunto l’incarico a lui stesso inatteso, si è consultato sul punto con il ministero.

Ma se a Palazzo Economo si attende il testo ufficiale del decreto, per le vie brevi è la Regione a dare la notizia amara: l’assessore alla Cultura Gianni Torrenti conferma che, come nella bozza anticipata dal Piccolo, «in base al decreto quella del Friuli Venezia Giulia» assieme ad alcune altre regioni diverrà Direzione di livello non generale, da affidare a un funzionario di seconda fascia: un pari livello dei tre soprintendenti con soli poteri di coordinamento, mentre le funzioni attive in tema di tutela torneranno nelle mani delle direzioni ministeriali a Roma. Friuli Venezia Giulia declassato: esito diverso ma ugualmente negativo rispetto al timore, emerso mesi fa, di vedere la Direzione regionale accorpata ad altre, magari a quella del Veneto.

Assieme a Dorsi, che comunque resta alla guida della Soprintendenza archivistica, Roma ha nominato direttori ad interim nelle Marche (Stefano Gizzi) e in Puglia (Eugenia Vantaggiato). Altre nomine sono state effettuate in regime di prorogatio.

L’incarico prelude, si diceva, all’assegnazione definitiva del ruolo non più a un direttore regionale braccio operativo e diretto del ministero sul territorio, ma a una figura senza poteri di direzione, indirizzo e controllo. Una scelta «non coerente con la nostra specialità regionale», l’aveva definita la governatrice Debora Serracchiani commentando la bozza di riforma. Torrenti però, pur confermando come detto il declassamento, si dice ancora fiducioso. «Ne volevamo parlare con il ministro Dario Franceschini sabato scorso durante la sua visita in regione, ma quanto è successo (il ministro si è sentito male ed è stato ricoverato, ndr) ci ha ovviamente impedito di farlo. Credo comunque ci sia ancora tempo per discuterne: disponibili a ragionare su razionalizzazioni e risparmi, trovando però magari altri modi per realizzarli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo