Bengalesi, la morte offusca il fine Ramadan

La comunità musulmana di Monfalcone in attesa della festa. Ma un incontro conviviale già annullato in segno di lutto
Bengalesi in preghiera a Monfalcone durante una festività islamica
Bengalesi in preghiera a Monfalcone durante una festività islamica

MONFALCONE. La consistente comunità musulmana di Monfalcone (oltre 2.500 gli appartenenti), composta perlopiù da persone originarie del Bangladesh, celebrerà nelle prossime ore la conclusione del Ramadan. Ma la festa dovrà fare i conti con quanto accaduto a Dacca tra venerdì e sabato. L'attacco terroristico che ha mietuto nove vittime italiane in questi giorni ha già condizionato l'avvicinamento alla festa dell'Id al-Fitr.

La delegazione locale, se così si può definire, dell'Awami League, il partito al Governo in Bangladesh, aveva organizzato per domenica un incontro conviviale per la rottura del digiuno serale negli spazi del Sam Hotel, ma ha annullato l'appuntamento «in segno di lutto».

È quanto ha spiegato il referente locale del partito Jahangir Sarkar, che in questi giorni sul suo profilo Facebook ha postato le condoglianze a tutti gli italiani per quanto accaduto, rilanciando la notizia dei due giorni di lutto nazionale proclamati in Bangladesh dalla premier Sheikh Hasina.

Sul suo profilo Jahangir Sarkar scrive inoltre che «Isis is not Islam. Terrorism has no religion». Una ferma condanna dell'attacco è giunta inoltre sabato, prima della preghiera di metà giornata, da Jairul Islam nel centro culturale islamico Darus Salaam di via Duca d'Aosta.

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Da parte sua il sindaco di Monfalcone Silvia Altran ha affermato ieri di apprezzare le posizioni assunte in questi giorni dagli esponenti della comunità bengalese. «La nostra unica arma in queste situazioni così tragiche - ha aggiunto il sindaco - è l'unione: stringerci assieme e collaborare perché il nemico che dobbiamo sconfiggere è unico e vuole colpire tutti, italiani, stranieri, cristiani, musulmani».

L'impegno di tutti deve essere comunque secondo il sindaco quello di «vivere nell'assoluto rispetto delle persone e delle leggi: da questo principio non dobbiamo mai recedere o abbassare la guardia». Il sindaco rileva come in ogni caso l'amministrazione «continuerà a collaborare e ad avere contatti e comunicazioni permanenti» con le forze dell'ordine che «svolgono un prezioso ruolo di prevenzione e controllo, garantendo un elevato grado di sicurezza e tranquillità».

Per gli oltre 2.500 musulmani di Monfalcone quella attesa sarà comunque una giornata di festa, compatibilmente con la possibilità di assentarsi dal lavoro. Nel centro di via Duca d'Aosta non a caso si è deciso di tenere il primo turno di preghiera alle 7.30, poi il secondo alle 8.30 ed eventualmente un terzo.

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Un margine di incertezza ieri pomeriggio c'era ancora sulla conclusione del Ramadan, ma le due associazioni culturali islamiche della città, la Darus Salaam e la Baitus Salat, erano comunque pronte a celebrare oggi la festa per la fine del digiuno, la 'Id al-Fitr, visto che le date indicate erano quelle del 5 o 6 luglio.

La prima si è data appuntamento appunto negli spazi di via Duca d'Aosta, di sua proprietà, mentre la seconda, che ha sede provvisoria in via Don Fanin, ha richiesto e ottenuto, in base al regolamento comunale, la concessione gratuita della palestra polifunzionale di via Baden Powell.

Nonostante l'ultimo mese non sia stato particolarmente caldo, per i musulmani monfalconesi osservanti, come per quelli del resto d'Italia, la fine del Ramadan chiude un periodo senz'altro faticoso: in questi giorni il digiuno, che impone anche di non bere nulla, nemmeno l'acqua, iniziava alle 3.30 per concludersi attorno alle 21.

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