Beltrame: «I giudici forse non sanno quanto sia complessa la macchina organizzativa»

Daniela Beltrame
Daniela Beltrame

TRIESTE Il mondo della scuola racconta il disagio del momento. Un misto tra la consapevolezza del contesto in cui ci si muove dal febbraio 2020 e la sensazione di essere sballottati. L’intervento del Tar del Friuli Venezia Giulia è un passaggio che aggiunge incertezza nel personale, nelle famiglie, negli studenti costretti a casa. Una situazione così pesante che Daniela Beltrame, direttrice dell’Ufficio scolastico del Friuli Venezia Giulia, non trattiene una critica nei confronti della magistratura: «La sentenza non tiene conto che l'organizzazione della scuola è molto complessa».

Beltrame precisa di non voler entrare nel merito del verdetto. E nemmeno dell’ordinanza della Regione che ripropone l’ordinanza con cui viene disposta la chiusura delle superiori fino al 31 gennaio. Ma la dirigente ministeriale difende appunto il diritto della “macchina” di prepararsi al ritorno in aula: «Ci sono tempi insopprimibili per definire gli orari, comunicare le informazioni alle famiglie, gestire la sicurezza. Non è possibile che nello spazio breve di un fine settimana - conclude Beltrame - i dirigenti scolastici possano improvvisare la ripartenza».

Di vero «sconcerto» parla poi Teresa Tassan Viol, segretaria regionale dell'Associazione nazionale presidi: «Mentre la scuola avrebbe bisogno di stabilità e certezze, assistiamo al rincorrersi di profili istituzionali che agiscono in modo conflittuale». Non convince, in particolare, una sentenza, motivazioni comprese, «che non tiene conto del fatto che gli istituti si sono attrezzati per rispondere a un tempo difficile e stanno lavorando in modalità a distanza che consentono ai ragazzi di seguire le lezioni. Scontato che vorremmo tutti la presenza, ma non sono sopportabili in questa fase contraddittori balletti». —



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