“Belgrado sull’acqua”, il sì del Parlamento

TRIESTE. Signore e signori, va in scena “Dubai sulla Sava”. Il Parlamento della Serbia, infatti, dopo alcuni giorni di discussione ha approvato nella notte tra giovedì e ieri scorso il mega progetto denominato “Belgrado sull’acqua” che prevede l’investimento di tre miliardi di euro da parte della società Eagle Hills di Abu Dhabi per ridisegnare completamente parte della capitale serba su un’area di circa un milione di metri quadrati a ridosso del fiume Sava. Oltre ad appartamenti di lusso, quasi 750mila metri quadrati saranno occupati da uffici e negozi, poi circa 62mila metri quadrati saranno dedicati a edifici pubblici quali scuole, asili, distretti sanitari, cinema e teatri. Al verde saranno riservati 242mila metri quadrati, mentre al centro dell’intera realizzazione si ergerà l’immancabile grattacielo alto 220 metri.
Per realizzare tutto ciò, per rilasciare i necessari permessi edilizi, per rendere possibili gli espropri, il Parlamento, come detto, ha approvato una legge speciale per l’attuazione del progetto che da poche ore è diventato “di particolare interesse per Belgrado e la Serbia”. E questo con buona pace di quanti - e non sono pochi - vedono nel progetto un’enorme e dispendiosa bufala e che durante il dibattito parlamentare hanno portato davanti il palazzo dell’assemblea un’enorme papera di gomma. La risposta è giunta dal vicepresidente della Sns, il partito di maggioranza in Serbia, Nebojša Stefanovi„ il quale ha definito l’attacco al progetto «un attacco al governo». A suo dire si sta criticando quello che lui definisce «il migliore e più bel progetto per lo sviluppo dell’intera Serbia e della sua capitale, trasformandola in un grande centro europeo di richiamo per il turismo internazionale».
L’uomo che dovrebbe trasformare parte di Belgrado in una sorta di paradiso sulla Sava si chiama Mohamed Alabbar, proprietario della Eagle Hills che ha promesso al governo serbo di costruire altresì un futuristico parco dei divertimenti a Belgrado grande quattro volte Disneyland. Alabbar sta trattando anche con l’Egitto per dare alla luce la nuova Cairo sul Nilo con un progetto gemello a quello di Belgrado, solo che in Egitto creerebbe una vera e propria nuova città con 5 milioni di abitanti.
Per adesso la Eagle Hills non ha sottoscritto ancora alcun accordo ufficiale con il governo serbo. Rimaniamo quindi ancora nel mondo delle stime. Stime che parlano di 25mila persone che saranno impegnate nella costruzione e 13mila che saranno occupate a lavori conclusi per un incasso di oltre un miliardo di euro per il settore edile serbo. Intanto però gli appartamenti di “Belgrado sull’acqua” sono già in vendita. Parlando ancora di cifre va ricordato che solo per l’acquisto dei terreni la società araba investirà qualcosa come 470 milioni di euro, mentre altri 400 milioni andranno nelle casse comunali della capitale per gli oneri di urbanizzazione.
Piccolo particolare. Per dare inizio ai lavori dovranno però essere trasferiti altrove la Stazione ferroviaria principale, l’afferente linea ferroviaria, la stazione degli autobus e tutta la circonvallazione che gravita su questi due punti nevralgici. Un’idea di cui si parla a Belgrado già da un decennio e a prescindere dal megaprogetto targato Abu Dhabi. Ma servono, per realizzarla, 392 milioni di euro che la Serbia dovrà pagare di tasca propria. E si sa, non sono tempi di vacche grasse in un Paese poi dove lo stipendio medio è di 400 euro al mese. Il governo punta a recuperare il denaro necessario con le concessioni, con tasse sugli immobili e con la partecipazione agli utili della vendita di abitazioni e uffici.
I più agguerriti nemici del progetto definito “megalomane”, sono gli architetti e gli urbanisti della Serbia i quali parlano di vero e proprio scempio di qualsiasi regola architettonica e urbanistica e di annientamento dello stile architettonico di una delle più antiche città europee. Con alcuni quesiti tecnici: come saranno garantiti 25 milioni di metri cubi di acqua, 100 megawatt di energia elettrica e 40mila tra parcheggi e garage? Il tutto in un’area a grande rischio alluvioni. Alla fin fine la paura dei critici è una sola: che “Belgrado sull’acqua” diventi un’enorme città fantasma con il “merito” di spedire la Serbia intera sott’acqua.
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