Belgrado si candida a ospitare il summit fra Trump e Putin
BELGRADO. Washington e Mosca cercano un terreno neutrale dove parlarsi? E Belgrado, porta tra Est e Ovest, si offre subito per il potenziale storico incontro, come sede di un vertice di portata mondiale, quello tra il leader del Cremlino, Vladimir Putin e il presidente Donald Trump. È lo scenario messo sul tavolo da una inaspettata offerta lanciata dal ministro serbo degli Esteri, Ivica Dacic. Dacic che ha proposto la capitale balcanica perché sarebbe ideale, cuore pulsante di un Paese «militarmente neutrale». E soprattutto dalla politica estera equilibrata tra Est e Ovest, con l’obiettivo strategico di entrare nell’Ue, senza voltare le spalle all'amico russo. A favore dell’autocandidatura serba, anche il fatto di aver già ospitato nei mesi scorsi l’incontro fra i negoziatori di Usa e Russia sulla questione Ucraina, Kurt Volker e Vladislav Surkov. Senza dimenticare quella che sarebbe una vecchia amicizia che lega Dacic al presidente Trump. Legame che era stato rivelato dallo stesso ministro degli Esteri nell’autunno scorso, dopo un rapido incontro informale con Trump all’Onu. Dacic aveva assicurato al leader americano che, nella sfida contro Hillary Clinton, «i serbi parteggiavano per lui». E la confidenza deriverebbe dal fatto che Trump sarebbe un «vecchio amico» del ministro serbo. Offerta, quella serba, che arriva al momento opportuno.
Nei giorni scorsi, Trump aveva infatti informato di aver chiamato al telefono il presidente russo, per congratularsi per la sua vittoria elettorale, dalle percentuali bulgare, senza dare retta ai consigli dello staff della Casa Bianca che gli suggerivano di non esporsi. Trump, eccessivo come sempre, ha fatto però di testa sua, rivelando di aver confermato a Putin la volontà di volerlo incontrare «in un futuro non troppo lontano», per discutere di Corea del Nord, Siria, Ucraina e di corsa agli armamenti, da arrestare. Telefonata che ha dato il via ai «necessari preparativi» per il vertice con i rispettivi ministri degli Esteri, a cui è stato ordinato di «prendere contatti al più presto», ha reso noto l’agenzia Tass. Data e luogo rimangono ancora segretissimi, ma chissà che non si scopra proprio Belgrado, nella lista delle capitali papabili ad ospitare il summit dedicato ai due leader.
Leader che si erano già visti fugacemente, al G20 ad Amburgo, a luglio. E si erano “sfiorati” anche al vertice Apec in Vietnam, nell’ottobre del 2017, scambiandosi qualche parola a margine – parole di peso sulla crisi siriana e su «punti di principio» circa la sua risoluzione - e facendosi immortalare assieme nella foto di famiglia del vertice. Ma un vertice dedicato, quello del disgelo, con solo loro due come protagonisti, avrebbe un’importanza ancora maggiore. E darebbe prestigio ai padroni di casa. Il sogno serbo si potrebbe però scontrare con altre candidature di livello. E chissà, potrebbe magari tornare in auge anche l’autopromozione della Slovenia, madrepatria della First Lady, che si era offerta l’anno scorso di ospitare Trump e Putin. La Slovenia ha «una tradizione» in questo senso, aveva ricordato il presidente Borut Pahor, citato al tempo dalla Ap. I due, aveva aggiunto Pahor, sarebbero accolti in Slovenia «in un’atmosfera perfetta», come accadde nel 2001, quando Brdo pri Kranju ospitò il primo summit tra l’allora presidente George W. Bush e Putin.
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