Belgrado offre a Mosca le “sue” Fiat 500L

Vertice fra ministri degli Esteri: dal nodo dell’export di auto costruite a Kragujevac al passaggio del gasdotto in Serbia
La catena di montaggio della Fiat 500L nello stabilimento serbo di Kragujevac
La catena di montaggio della Fiat 500L nello stabilimento serbo di Kragujevac

BELGRADO. Voi ci date il gas e noi vi diamo la Fiat 500. In estrema sintesi potrebbero essere questi gli esiti più concreti dell’incontro avuto a Belgrado dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov con il suo omologo serbo Ivica Dacic e con il premier Aleksandar Vucic. Al di là di quelli che possono essere solo facili schematismi va subito detto che il dialogo tra Mosca e Belgrado ha toccato molti temi “caldi” del momento e su tutti spicca, ovviamente, quello energetico.

Anche perché proprio a Belgrado Lavrov ha auspicato l'appoggio da parte dell'Unione europea al piano di Mosca di un gasdotto destinato a portare il gas russo in Turchia e nel resto d'Europa attraverso il mar Nero. Il capo della diplomazia russa ha sottolineato che tale progetto di gasdotto - che potrebbe interessare oltre alla Turchia, Grecia, Macedonia, Serbia e Ungheria - è in grado di garantire stabilità energetica all'Europa. Il capo della diplomazia del Cremlino ha al tempo stesso espresso rammarico per l'abbandono del progetto di gasdotto South Stream, previsto anche attraverso il territorio serbo, a causa della «posizione non costruttiva dell'Unione europea».

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13 Nov 2014, Ljubljana, Slovenia --- Ljubljana, Slovenia. 13th November 2014 -- Karl Erjavec, minister of Foreign Affairs, talking during the session commemorating the 25th anniversary of the Convention on the Rights of Children at the Slovenian Parliament. -- President of the Republic of Slovenia Borut Pahor attended the youth conference in commemoration of the 25th anniversary of the Convention on the Rights of Children at the Slovenian Parliament. --- Image by © Rok Rakun/Demotix/Corbis

Sul piano bilaterale russo-serbo, Lavrov ha confermato che i due Paesi sono pronti a cooperare a molti progetti legati all’approvvigionamento di gas. Il ministro degli Esteri serbo Dacic ha, dal canto suo, precisato che il gasdotto settentrionale (che passa per l’Ucraina ndr.) non è sufficiente per la sicurezza energetica dell’Europa: serve, ha proseguito, anche un collegamento meridionale anche perché non ci si può permettere «che questa parte d’Europa rimanga una sorta di intestino cieco». E, in cambio del prezioso gas russo, Belgrado ha messo sul piatto l’esportazione in Russia (senza pagamento di dazi previo accordo intergoverrnativo) del modello Fiat 500L che si costruisce dal settembre 2012 a Kragujevac da parte della Fac (Fiat più Chrysler) Serbia, che dà lavoro a circa tremila persone ed è una delle aziende leader dell’export serbo.

Quell’export, per l’appunto, che non si è interrotto quando l’Ue ha decretato le sue sanzioni economiche nei confronti della Russia a causa degli sviluppi del conflitto in Ucraina. E che ha ancor più accentuato l’attenzione di Bruxelles nei confronti della politica estera e commerciale di Belgrado visto e considerato poi che la Serbia ha iniziato le trattative di adesione all’Unione europea. «Anche a Bruxelles - ha detto Dacic - si sente spesso dire che la Serbia è tra due fuochi, oppure che sta seduta su due sedie».

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«Ma la Serbia - ha subito puntualizzato il ministro degli Esteri - persegue pubblicamente i propri fini. La Serbia ha il traguardo politico di diventare un Paese membro dell’Ue - ha proseguito Dacic - il che non significa che debba interrompere i rapporti con i Paesi amici e tra questi c’è in prima fila proprio la Russia». Russia che, tramite il suo ministro degli Esteri, ha ufficialmente ringraziato il presidente serbo Tomislav Nikolic per aver presenziato il 9 maggio scorso alla parata militare sulla Piazza Rossa a Mosca per celebrare il 70esimo anniversario della vittoria sul nazi-fascismo, assieme a un battaglione del Esercito serbo che ha preso parte alla sfilata.

E l’Europa cosa fa? Tutti i suoi Paesi membri hanno risposto positivamente all'invito dei ministri degli Esteri di Italia e Austria, Paolo Gentiloni e Sebastian Kurz, a partecipare il 18 maggio prossimo a Bruxelles alla riunione “Gli amici della Serbia” dedicata alle prospettive di integrazione europea del Paese balcanico. È quanto hanno riferito ieri al premier serbo Vucic gli ambasciatori italiano e austriaco a Belgrado, Giuseppe Manzo e Johannes Eigner. L'obiettivo della riunione a Bruxelles è favorire l'accelerazione del cammino europeo della Serbia, a cominciare dall'apertura dei primi capitoli del negoziato di adesione alla Ue.

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