Beleno, garage troppo stretto per i furgoni dei vigili urbani
Per molti, ma non per tutti. Oggi, dicono a palazzo, siamo ancora alla leggenda metropolitana, se non già qualcosa di più. Domani, non lo escludono, anzi, potrebbe rivelarsi una vera cantonata. A suo modo da leggenda: il garage della caserma Beleno - il futuro quartier generale della polizia municipale, il cui cantiere è ormai in chiusura, che dovrebbe riempirsi di personale il prossimo anno - avrebbe la “porta” troppo stretta per far passare e accogliere tutti, ma proprio tutti, i veicoli di servizio. Passeranno le macchine e, ovviamente, le moto. Sembra invece non lo potranno fare i tre mezzi più grandi e grossi “furgonati”, che il pubblico, la cittadinanza, conosce e identifica da un po’ di tempo nei cosiddetti uffici mobili che girano a presidiare piazze e periferie.
La denuncia è sindacale e parte, in particolare, da Fulvio Sluga. Coordinatore comunale del Pdl in “mutazione”, ex assessore e soprattutto, in questo caso, poliziotto municipale nonché dirigente regionale Ugl. L’assessore in carica ai Lavori pubblici Andrea Dapretto, chiesto il conto delle voci agli uffici del Comune che fanno capo a lui, non conferma e neppure smentisce: «per adesso c’è solo il sospetto» in seno all’amministrazione cittadina, parola d’assessore, appunto, che le voci intercettate e rilanciate da Sluga abbiano un fondamento, in quanto «non è stata ancora fatta una prova». Stringi stringi, un collaudo ufficiale. Sarebbe il punto esclamativo in coda a una prosa chilometrica, partita più di dieci anni fa col progetto preliminare firmato da Giorgio Rossi, l’assessore forte del primo Dipiazza, e da nove milioni e 600mila euro d’investimento. Un punto esclamativo dalla sostanza relativa (il problema sarebbe limitato a tre mezzi) ma dalla forma imbarazzante.
Nel corso degli anni in effetti il progetto, redatto in casa dall’amministrazione cittadina, ha subito proprio malgrado - fin dal secondo Dipiazza col successore di Rossi, Franco Bandelli, e con l’approssimarsi e l’affermarsi della crisi planetaria e di conseguenza cittadina - «una serie di compressioni di costi, che ha riguardato anche le fondazioni per questioni legate alle bonifiche del sottosuolo, con la conseguente scelta di fare un garage da un piano anziché due», come ricorda Sluga. Il quale - oltre all’eventualità che l’«ingresso del parcheggio» non sia largo abbastanza «per i tre furgoni», «cosa di cui, se corrispondesse al vero, qualcuno dovrebbe assumersi le responsabilità» - denuncia «una rampa d’accesso al garage molto inclinata, tale da dare l’idea che le auto rischieranno di grattare pesantemente il fondo», nonché un più ampio problema di gestione del corpo di polizia nel nuovo quartier generale: «Con la riduzione da due a un piano - incalza Sluga - sono scomparsi i parcheggi per il personale checché ne dica la legge Tognoli. Le voci che si rincorrono da più parti dicono che lì dentro ci finirà tutto il corpo, per una presenza quotidiana da 150 persone, di media, a fronte di una trentina di stalli a disposizione che si prevede saranno assegnati per ordine gerarchico e dando priorità a chi sarà più distante da casa. C’è un problema complessivo, insomma, tanto che abbiamo chiesto un incontro con tutti i referenti di Lavori pubblici, Personale e Comando, affinché si possa aprire un tavolo di confronto che porti a un utilizzo condiviso della nuova caserma. Se i presupposti sono questi, meglio allora restare dove siamo, tra Carciotti e distretti, nonostante le carenze strutturali», chiude Sluga, che coglie l’occasione per reclamare «assunzioni, posta la mancanza di organico valutabile sulle 75 unità: ne avevano promesse 17, le hanno ridotte a sette, e il bando di mobilità non è neppure partito».
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