Belci segnala a Papa Francesco le “opere” del vescovo
Caro Papa ti scrivo, così mi distraggo un po’... A prendere carta e penna è Franco Belci, segretario regionale della Cgil che ha buttato giù una lettera in cui denuncia il “capitalismo” poco sociale della Chiesta Tergestina e del suo vescovo, Monsignor Giampaolo Crepaldi. La lettera papale è stata condivisa da una trentina di persone: «Buongiorno, Papa Francesco. Siamo cittadini di Trieste rimasti sfavorevolmente colpiti da alcune posizioni e comportamenti concreti del vescovo della città. In particolare, in quest'ultimo periodo, il vescovo ha chiuso una scuola per tipografi chiamata "Villaggio del Fanciullo" licenziando 20 persone, mentre il settimanale della Curia, che si sarebbe potuto stampare in quella sede, viene realizzato altrove. Nei giorni scorsi invece il vescovo ha ritenuto di partecipare ad un avviso pubblico relativo al sito del "Porto Vecchio" per la costruzione di una nuova chiesa a poca distanza da quella storica di S. Antonio Taumaturgo. Quello che ci chiediamo (e ti chiediamo) è semplice: se la Curia triestina ha i soldi per costruire una nuova chiesa, non avrebbe potuto evitare di chiudere la tipografia e licenziare 20 persone? E se ne ha tanti da poter costruire ex novo un edificio, non potrebbe invece destinarli alla mensa della Caritas o alla Comunità di S. Martino al Campo che svolge un'indispensabile attività di accoglienza? Restiamo fiduciosi in attesa di una tua risposta». Il messaggio non è stato spedito. Non si usa più. «Fatto. L'ho messo sul profilo del papa su facebook. Vi terrò informati», fa sapere Belci. In attesa che la scomunica papale arrivi in Cavana, si prega... (fa.do.)
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