Belci dichiara guerra al pensiero unico nel Pd
TRIESTE. Circa 200 persone, tra cui anche politici dell'area di centrosinistra. L'Officina 2.0 del segretario regionale della Cgil, Franco Belci, ha aperto i battenti con un incontro pubblico al Teatro Miela. «Un contributo senza etichetta», come lo ha definito lo stesso Belci, al dibattito all'interno della sinistra, con l'obiettivo «di non limitare il confronto all'interno dei partiti e di uscire dal pensiero unico». In platea anche qualche esponente dei partiti che in qualche modo vengono pungolati dall'iniziativa, anche se il suo ideatore ribadisce che «non è un’azione contro Renzi o Serracchiani». C'erano senatori (i democratici Carlo Pegorer e Francesco Russo), consiglieri regionali (Franco Rotelli e Vincenzo Martines del Pd, Giulio Lauri e Alessio Gratton di Sel) e dirigenti di partito come il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Roberto Antonaz, e i responsabili provinciali di Pd, Stefan Cok, e Sel, Sabrina Morena, e, con una lettera in quanto impegnato all'estero, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini.
Iniziativa non contro il governo o il Pd, dunque, anche se l'applauso più spontaneo nasce quando una delle relatrici (Rossella Potocco dell'Agenzia delle Entrate, chiamata a parlare di “femminilizzazione della società”) afferma che «Mara Carfagna si esprimeva più liberamente di Pina Picierno». Belci inizia l’incontro ricordando i 25 anni dalla caduta del muro di Berlino, «perchè è da lì che nasce la crisi della sinistra», dopo che in sala si era ascoltata la canzone di Fiorella Mannoia “Scegli da che parte stare”: «La sinistra è una parte e non il tutto - continua Belci - e non si può pensare di stare contemporaneamente con chi sciopera e con chi si oppone agli scioperi».
Tanti i temi su cui il segretario Cgil chiama la sinistra a fare una scelta di campo, a partire dalla lotta alle disuguaglianze: «La politica si è rassegnata a non dare attuazione ai dettami della Costituzione in tema di diritti e di lavoro». Ma i temi su cui la sinistra deve «individuare una direzione di marcia» sono numerosi, secondo Belci che li cita come capitoli da sviluppare: solidarietà e inclusività, lotta all'illegalità e buona amministrazione della cosa pubblica, laicità, diritti e lotta all'omofobia («bisognava dimostrare maggiore vicinanza a quei sindaci che hanno trascritto i matrimoni gay»), questione morale, pace, economia sostenibile, Unione Europea. «Mi fa piacere che siano venuti anche molti esponenti del Pd e di altri partiti», afferma Belci e proprio uno dei presenti, il senatore triestino Francesco Russo, con una nota si rivolge al segretario regionale della Cgil: «Franco Belci, dico che nel Partito Democratico ci sono e ci saranno sempre persone interessate a ragionare insieme e a capire cosa significhi fare politica per una società giusta e solidale scegliendo di mettersi dalla parte di chi ha meno o fa più fatica». Russo considera «davvero positivo che si promuovano nuove iniziative in tal senso soprattutto se coinvolgono dei giovani» e suggerisce «due semplici accortezze: usare uno stile inclusivo che cancelli l'impressione che la sua iniziativa sia pensata in contrapposizione all'attuale leadership del Pd, nazionale e regionale, ed evitare di esporre il sindacato in un'operazione squisitamente politica».
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