Bcc, i gruppi vanno alla conta
ROMA. La “campagna acquisti” è finita - almeno formalmente - e ora si vedrà, nella stagione assembleare che ha preso il via, se ha dato i frutti sperati. Con la riforma del Credito cooperativo varata lo scorso anno i due gruppi, Iccrea e Cassa Centrale Banca, vanno ora alla conta delle banche aderenti per raggiungere la soglia di un miliardo di patrimonio. Ma c'è l'incognita di un “cuscinetto” aggiuntivo, ben visto dalle autorità di vigilanza, che potrebbe richiedere ulteriori 200 milioni. Iccrea questi fondi già li ha (1,7 miliardi di patrimonio netto e capitale libero per 500 milioni) e i trentini di Cassa, nell'ultimo evento tenuto a Milano, hanno annunciato di avere superato la soglia grazie alle adesioni che hanno raggiunto quota 100.
L'ultima acquisizione di peso è stata la Bcc di Brescia, uno dei principali istituti cooperativi lombardi. E per quanto riguarda il Nordest, nei giorni scorsi è emerso che banche del Fvg hanno optato per Ccb contro due pro- Iccrea. Le adesioni comunque andranno formalmente espresse nelle numerose assemblee degli azionisti delle banche su tutto il territorio nazionale che si snoderanno fra aprile e maggio nelle quali i soci, nel caso di Cassa, dovranno anche dare una vasta delega al cdm per sottoscrivere un eventuale inoptato. Elemento questo che, in alcuni casi, sta suscitando qualche malumore per un conto che potrebbe salire rispetto a quanto previsto dalle delibere. Secondo calcoli di fonti di mercato che si rifanno a quanto presentato nell'evento milanese, Cassa ha 240 milioni di euro e ne deve ricevere 610 milioni dalle Bcc aderenti ai quali vanno aggiunti 150 milioni di conferimenti dalle partecipazioni.
Su questo punto però, secondo rumors, ci potrebbero essere complicazioni. Nella Federazione del Veneto alcune Bcc avrebbero optato per il gruppo Iccrea e il valore apportabile dal conferimento delle società di servizi come Phoenix potrebbe risultare inferiore. Peraltro le azioni del gruppo Iccrea detenute da alcune Bcc passate a Cassa Centrale non possono essere conteggiate ai fini del patrimonio. Altre risorse per il gruppo potrebbero arrivare da soggetti terzi, di certo non da Imi (Intesa Sanpaolo) il cui ruolo è di mero advisor di Cassa mentre i tedeschi di Dz Bank, già soci dei trentini, hanno dichiarato di non aggiungere risorse e saranno diluiti.
La vigilanza di Banca d'Italia, per il momento osserva e attende i voti assembleari dopo i quali si tireranno le somme. Certo non ci saranno “sconti” sui numeri perché il fine ultimo della riforma è proprio quello di costituire gruppi solidi in partenza.
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