Bavisela, senza top runner una festa per tutti

Intervista all’organizzatore della manifestazione Enrico Benedetti "Con questi budget puntiamo a soddisfare le esigenze degli appassionati piuttosto che rincorrere le stelle"
TRIESTE
Enrico Benedetti, l’uomo che guida la macchina rganizzativa della Bavisela, è soddisfatto. L’edizione 2010 con i suoi 12mila iscritti complessivi ha offerto numeri record, con una partecipazione e un coinvolgimento straordinari. E se sono mancati i grandi numeri per quel che riguarda la parte agonistica, con riscontri cronometrici invero modesti, poco importa: non era questo il primato inseguito dagli organizzatori.


Benedetti, il giorno dopo la Bavisela 2010 come si è risvegliato?
Soddisfatto, molto soddisfatto. È andato tutto bene, è aumentato il numero dei partecipanti aumentando anche il raggio della loro provenienza. E poi vedere la marea umana della non competitiva ripaga sempre di tutti i sacrifici. Anche quest’anno la Bavisela si è confermata una grande festa per tutta la nostra città.


Da un punto di vista tecnico, però, il risultato è stato modesto anche quest’anno...
È vero, ma non era certo quello il nostro obiettivo: volevamo innanzitutto puntare a soddisfare le esigenze di una grande partecipazione di massa e da questo punto di vista ci siamo riusciti. Inoltre, con un budget ridimensionato non potevamo certo inseguire i top runner a scapito della partecipazione popolare alla manifestazione. E la nostra soddisfazione, anche senza tempi record, è proprio quella: aver confermato la Bavisela come un grande evento di massa.


L’edizione 2011 confermerà la formula 3: maratona, maratonina e non competitiva?
Assolutamente sì. Ci sembra una formula indovinata perchè permette al podista della domenica di essere protagonista al pari dello specialista della maratona. Con questi budget, è chiaro, non possiamo chiamare i corridori d’elite, ma a noi interessa poco quest’aspetto: molto meglio puntare tutte le nostre energie a favore degli amatori, i grandi appassionati di questa disciplina, secondo una linea che premia la massima sportività. Peraltro, diciamolo: gli atleti superstar in Italia non esistono più. E allora ecco che le gare che vengono organizzate, come la nostra, possono diventare un’ottima vetrina per chi vuole mettersi in mostra.


Tanti partecipanti da fuori Trieste significano tanti turisti in città per un intero week end...
Sì, lavoriamo molto, anche in collaborazione con la Regione, per la promozione della nostra manifestazione all’estero e i risultati ci danno ragione. Quest’anno, complice anche il calendario, con la maratona di Vienna lontana un mese e mezzo, abbiamo avuto tantissimi partecipanti austriaci. E il beneficio è per tutta la città che può sfruttare quello che io definisco il ”turismo d’occasione”.


In vista del prossimoanno, confermata dunque la formula attuale, in cosa dovrà migliorare la Bavisela?
Innanzitutto sull’affinamento della macchina organizzativa per cercare di fare meno fatica raggiungendo però i medesimi obiettivi. Il che poi permetterebbe anche di risparmiare qualche euro. E poi pensiamo anche a qualcosa per coinvolgere maggiormente il pubblico: l’idea sulla quale stiamo lavorando è l’organizzazione di una sorta di expò sulle Rive dedicata alle sport, per far conoscere ai ragazzi e a tutti i triestini tutta la straordinaria offerta sportiva della città.


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