Bavisela, pieno illecito al Fondo benzina

Con il sistema delle fatture false o gonfiate, la società presieduta da Benedetti ha truffato la Camera di commercio

TRIESTE

Non solo malversazione ma anche truffa e falso.

E’ bufera sulla “Bavisela” e su Enrico Benedetti, presidente dell’associazione che organizza dal 2002 nei primi giorni di ogni maggio la Maratona d’Europa. Vittima del raggiro, secondo l’inchiesta avviata dal pm Giorgio Milillo, oltre ai Comuni di Trieste e di Duino Aurisina, alla Provincia e alla Regione, è anche la Camera di Commercio che ha erogato all’associazione fondata da Franco Bandelli centomila euro, attinti dal Fondo Carburanti agevolati.

L’inchiesta della Guardia di Finanza ha impietosamente portato alla ribalta i singoli passi di quello che secondo la Procura è un raggiro bello e buono.

Il punto nodale di tutta la vicenda è rappresentato dalla presentazione alla Camera di Commercio, in dettaglio alla Giunta integrata “gasolio”, del “rendiconto analitico della entrate realizzate e delle spese sostenute”. Secondo la legge questo rendiconto deve essere obbligatoriamente firmato dal legale rappresentante dell’associazione. Ed Enrico Benedetti vi ha apposta la sua firma autografa e vi ha allegato, come vuole la legge, i documenti di spesa, in originale e in copia, con l’attestazione dell’avvenuto pagamento. Secondo gli investigatori della Tributaria, ad esempio nel 2007 sono state presentate fatture per complessivi 143 mila euro, iva esclusa. E la Camera di Commercio ha versato alla “Bavisela” , il 70 per cento dell’importo richiesto. Centomila euro.

Solo che queste fatture e queste ricevute, sempre secondo le indagini, sono fasulle o clamorosamente gonfiate ad arte. Il primo documento fiscale che ha attirato l’attenzione degli inquirenti è la fattura numero 4 del 2 luglio 2007. La somma indicata è di 15 mila euro, Iva esclusa. I soldi sono andati a Nadine D’Ambrogio Dagmar, moglie separata di Franco Bandelli. Per l’accusa questa fattura è falsa, collegata a operazioni inesistenti dal momento che la signora Nadine, a partire dal 2004, non ha svolto alcuna attività per la “Bavisela”.

Ma non basta. Nell’operazione di “rigonfiamento” della spesa, per poter attingere con più facilità alle casse della Camera di Commercio - Fondo benzina e gasolio agevolati- sono state coinvolte dal vertice della “Bavisela” altre persone del tutto ignare di quanto accadeva alle loro spalle.

Tiziana Severi ha ricevuto dall’associazione coinvolta nell’inchiesta 45 euro di fronte a una ricevuta di 3.240 euro. Mario Mardirossian è stato leggermente più fortunato perché si è messo in tasca 140 euro mentre la “sua” ricevuta attesta che ha percepito 4 mila 350 euro. Federico Paron di euro ne ha ricevuti 176, mentre il documento presentato dal vertice dell’associazione alla Camera di Commercio dice che ne ha percepiti 3.365. Irene Albini, secondo il rendiconto firmato da Enrico Benedetti si è messa in tasca 2.119 euro: al contrario il suo rimborso spese è stato solo di 231 euro. Matteo Skodler ha ricevuto 353 euro mentre i documenti contabili dicono che ne avrebbe percepiti 887. Marco Meloni si è accontentato di 30 euro di fronte a una ricevuta col suo nome che attesta che ne ha percepiti 1.790. Emanuele Giorgi ha incassato 66 euro, mentre le ricevute dicono - secondo l’accusa - che ne ha percepiti 210.

In totale, come ha sottolineato il pm Giorgio Milillo, sono state documentate fittiziamente alla Camera di Commercio spese non sostenute per 15.600 euro.

Ma non basta. Nel consuntivo presentato all’Ente camerale, Enrico Benedetti, presidente e legale rappresentante della “Bavisela”, si è “scordato” di inserire quanto la sua associazione aveva incassato attraverso le quote pagate dagli atletici partecipanti alla Maratona, alla Maratonina e alla passeggiata non competitiva. In totale sono 98.965 euro che se annotati regolarmente al bilancio avrebbero costituito un utile. Va aggiunto che l’affare delle ricevute gonfiate è emerso perché Mario Mardirossian - uno dei collaboratori impegnato nella complessa organizzazione delle gare podistiche - ha presentato una precisa querela alla magistratura. Si è accorto che qualcosa non andava nel verso giusto ed è emerso l’uso “spurio” di fogli fatti firmare in bianco fin dal luglio del 2007. Un affare colossale, che come dice l’inchiesta, sotto il nome di “evento sportivo”, nasconde anche altro.

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