Battista querela Grillo per il post al veleno
di Roberto Urizio
TRIESTE
Più di tre ore di riunione, numerosi attestati di solidarietà, qualche critica per le sue uscite e molti sassolini tolti dalle scarpe. Lorenzo Battista si è presentato ieri mattina davanti a militanti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle del gruppo di Trieste per spiegare le sue ragioni dopo l’espulsione dal gruppo del Senato e rispondere alle tante sollecitazioni ricevute dai presenti.
L’incontro si è subito acceso sulla location dell’evento: in un primo momento era previsto si tenesse in via Giarizzole, sede del meetup triestino, poi però è stato spostato al Caffè San Marco. «Ci tenevo a incontrarvi nella sede del gruppo ma su iniziativa del consigliere comunale Paolo Menis l’appuntamento è stato trasferito. Evidentemente non ero gradito», esordisce Battista, che mostra di avere ancora le chiavi della sede. Menis non è presente, ma su facebook fa sapere che Battista non fa più parte del Movimento e quindi la sede andava spostata. Altri replicano: Battista è stato espulso dal gruppo del Senato, non dai gruppi locali. E qui si arriva al nocciolo della questione: «Qualcuno ha capito il motivo dell’espulsione?», chiede il senatore, che poi ribadisce gli argomenti già esposti in questi giorni: dal comunicato post incontro Grillo-Renzi al tema del gruppo comunicazione. Accompagnati, questa volta, da una stoccata indirizzata a Gianroberto Casaleggio: «Possibile che più di un milione di euro, pari al 37% delle spese del gruppo, vadano alla comunicazione, pagando anche affitti, bollette e viaggi?». Il bersaglio è il responsabile della comunicazione grillina al Senato, Claudio Messora, «che guadagna 3.600 euro netti per 14 mensilità, più di un parlamentare. Una situazione che ho segnalato più volte senza avere risposta».
In tanti gli chiedono di non dimettersi, perché chi lo ha eletto non lo ha espulso né sfiduciato, e perché Trieste perderebbe un senatore visto che al suo posto finirebbe un veneto (Rinaldo Verardo, secondo in lista per il Senato in Friuli Venezia Giulia per i grillini). «Dimissioni? Io non ho problemi, decidete voi» dice Battista ai presenti, lasciando quindi che sia eventualmente l’assemblea regionale a chiedergli di andarsene da Palazzo Madama. Ma all’organo regionale dice di più: «Fate una riunione e confermate il pieno appoggio a Walter Rizzetto e Aris Prodani (quest’ultimo presente all’incontro, ndr). Prevenire è meglio che curare…». Qualche militante chiede se non sia stato un errore esporsi troppo con le critiche alla linea del Movimento e non condividere prima le eventuali uscite con il territorio. «Può darsi che ci sia stato un problema di comunicazione» ammette Battista, ma passi indietro non ne compie, anzi contrattacca, preannunciando una querela a Beppe Grillo per l’ormai famoso post sulle espulsioni («non può scrivere falsità e ledere la mia dignità») e affondando senza mezzi termini sul comico genovese e su Casaleggio, pur confermando l’adesione ai principi del Movimento: «Finchè ci sono loro scordatevi che ci possa essere un cambiamento. In questo modo il M5S sta soltanto contribuendo a mantenere lo status quo».
Le critiche sono anche di carattere operativo: «Le regole del gruppo al Senato sembrano fatte apposta per complicare il lavoro. Per presentare un’interrogazione bisogna chiedere il permesso alla commissione di riferimento e non si possono presentare più di due ddl a settimana perché il portale non riesce a caricarli. E poi restano fermi in rete due mesi per i commenti…».
Reclama risultati, il senatore triestino, e per ottenerli serve il confronto con gli altri: «Giusto fare opposizione e non accettare alleanze, ma c’è bisogno di portare a casa risultati concreti. Io mi impegno in questo senso, poi ci sono quelli che hanno presentato un paio di ordini del giorno che però non corrono rischi perchè non vanno sulla stampa e fanno quello che dice la rete…».
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