Battista: «Il “vaffa” non basta più. Beppe deve fare un passo indietro»
TRIESTE. «Se non fanno autocritica e cambiano atteggiamento, i risultati peggioreranno». Il passo indietro di Grillo? «L’aveva annunciato lui, se non sbaglio». Il triestino Lorenzo Battista parla del Movimento 5 Stelle come di una vicenda che non lo riguarda più. Del resto c’è anche lui tra i 12 su 14 senatori che hanno lasciato il gruppo grillino e si preparano a fare esordire, la prossima settimana, la nuova formazione parlamentare “Democrazia attiva”: «Ne parlerò, quando sarà ufficiale». Eppure, anche se ha voltato pagina, il senatore triestino commenta da informato sui fatti la sfida persa con Matteo Renzi e gli scenari che può aprire nel futuro pentastellato.
Che peso ha la sconfitta alle europee per il M5S?
È stata una vittoria di Renzi prima che una sconfitta degli avversari. Certamente per il Movimento 5 Stelle il giorno dopo è stato pesante. Pensavano di vincere.
Si sono sopravvalutati?
Può essere. Anziché fare una campagna elettorale puntando a confermare l’ottimo risultato di un anno fa, hanno cercato il duello e si sono convinti di poter aumentare il consenso. O Renzi o loro. La gente ha scelto Renzi.
Gli errori principali della campagna elettorale?
È stato un mese estenuante. Ma, in una fase storica in cui lavoro e crisi economica sono emergenze reali, il vaffanculo non basta più. Il M5S ha sbagliato a prendere in giro gli altri senza dare risposte. Qualche segnale costruttivo in più e qualche baraonda in meno in aula avrebbero giovato.
Colpa principalmente di Grillo?
Si vince e si perde insieme, come nel calcio. Ma, quando si perde, la colpa è del leader.
Dovrebbe fare un passo indietro?
L’ha detto lui. Le dichiarazioni del passato ce le ricordiamo in tanti. E invece vengono a chiedere a me quando mi dimetto dopo che mi hanno espulso.
Grillo incoerente?
Hanno fatto pure l’hashtag su twitter “incoeRenzi”. A me pare che il tema della coerenza Grillo non l’abbia ancora affrontato. Aveva detto una cosa, ma non la fa.
Siamo a una parabola discendente irreversibile per i grillini?
Intanto sono stati persi quasi 3 milioni di voti. Capisco i flussi, ma quando cominci a cedere elettori non è mai un bel segnale.
Come reagire?
Fare autocritica, innanzitutto. E poi cambiare atteggiamento. L’avversario non va messo alla berlina, va combattuto con la forza delle proposte. Non mi piace la riforma del Senato, nemmeno l’Italicum, forse le slide non sono il massimo. Ma sono segnali che il M5S non è stato capace di dare. Con gli slogan non si va troppo lontano. E, se non si parla di Europa prima delle elezioni per l’europarlamento, se non si sa nemmeno scegliere un candidato presidente per la Commissione, se non si indica in quale gruppo sedersi, non si può sperare di andare a Porta a Porta e fare bella figura.
Chi può essere il leader dopo Grillo?
Si è partiti con la partecipazione dal basso, ma il movimento oggi non può non strutturarsi. O pensano di andare avanti con lo staff Casaleggio che continua a fare le liste e decide chi scrive sul blog? I Di Maio e i Di Battista sono i più in vista ma, senza organizzazione territoriale, il cerchietto magico continuerà a fare di testa sua. E sempre di nascosto.
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