Battezzate 10 nuove viti resistenti ai parassiti

Julius, Fleurtai, ma anche Royal Merlot e Royal Cabernet. Sono alcuni dei nomi, iscritti nei giorni scorsi nel Registro Nazionale della Varietà di Vite, con i quali sono state battezzate ufficialmente alcune viti particolari, che non hanno bisogno di utilizzare antiparassitari per prevenire o curare le malattie. Sono i vigneti nuovi creati ai Vivai Rauscedo di Fossalon.
Considerate le proprietà, c’è una grande richiesta di marze da innesto di queste viti, che permettono di risparmiare addirittura fino al 65 per cento di spesa per proteggerle dalle malattie.
Per il produttore, ciò significa indubbiamente un notevole guadagno, significativo peraltro nell’attuale periodo di crisi. Le viti hanno anche un impatto notevole sul consumatore, per la loro salubrità.
Per quanto riguarda i bianchi, le nuove varietà di vite portano i nomi di Soreli, Early Sauvignon, Petit Sauvignon, Fleurtai e Sauvignon Dorè. Tra i rossi troviamo il Petit Cabernet, il Royal Cabernet, il Royal Merlot, il Petit Merlot e quello che è identificato col nome Julius.
Sono nomi che in parte traggono spunto da richiami storici del territorio regionale, che si legano a vini già esistenti ma che con la nuova nomenclatura indicano che si tratta di viti speciali. Un paio traggono origini inoltre dal friulano.
La sperimentazione dei nuovi vitigni avviene assieme all’Istituto di Genomica dell’Università degli studi di Udine.
Ma se si è pensato a tutto questo nella scelta dei nomi, perché non si è trovato anche qualche riferimento territoriale di provenienza, cioè di Fossalon di Grado?
Grazie a questa tipologia di vitigni, non utilizzando gli antiparassitari si ottiene anche un significativo risparmio energetico ed economico, oltre a migliorare notevolmente l’impatto ambientale. Il tutto a maggior garanzia di produzioni più salubri per il consumatore.
«Le richieste per queste varietà di ibridi sono davvero molto numerose – afferma il responsabile dei vivai di Fossalon, Claudio Bressan – e non riusciamo certamente ad accontentare tutti».
Le marze, dunque, “gemme” che si innestano nella parte selvatica (inferiore) delle barbatelle, sono al centro dell’attenzione in questo periodo dell’anno. Nei soli campi di Fossalon sono state raccolte (si sta ultimando l’operazione) ben 7-8 milioni di marze. Il che significa che nasceranno sicuramente almeno 6 milioni di nuove viti, a fronte di 857 varietà.
In questi giorni si notano i trattori che continuano a portare fascine di tranci di viti dove ci sono i “nodi”, ovvero le marze che in seguito vengono innestate.
In ogni rametto ci sono diverse marze. «Le nostre marze sono state esportate in tutto il mondo – aggiunge Bressan –; c’è, ad esempio, molta richiesta dai Paesi dell’Est e soprattutto dei Paesi che si affacciano sul mar Nero, una zona di grandi produzioni».
Le marze di Fossalon di Grado sono approdate anche in Francia, in Spagna, in Germania, perfino nel Nord Africa, in Cina e in India.
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