Battaglia sul Tiramisù Pieris sfida il Veneto
TRIESTE. Chi ha inventato il Tiramisù? Il presidente del Veneto Luca Zaia ha attratto su di sé l'attenzione dei media nazionali e stranieri quando ha annunciato l'intenzione di brevettare uno dei dolci italiani più famosi del mondo. Anzi, più che di un dolce italiano bisognerebbe parlare di specialità “padana”, visto che l'impetuoso governatore leghista rivendica Treviso come luogo di nascita della ricetta. Le origini del dessert, però, non sono scontate quanto Zaia vorrebbe. Se il Tiramisù “trevisano” può essere datato al 1970, dal Friuli Venezia Giulia arrivano rivendicazioni d'invenzioni di molto anteriori: la più antica in ordine cronologico è senza dubbio quella dei discendenti di Mario Cosolo, cuoco di Pieris in provincia di Gorizia. Questa straordinaria figura di “chef partigiano” avrebbe escogitato la denominazione “Tiramisù” all’inizio degli anni '40.
L'annuncio di Zaia Luca Zaia ha annunciato di voler seguire un procedimento analogo a quello adottato da Napoli per la pizza. Secondo la “teoria veneta” la culla documentata del Tiramisù starebbe nel centro storico del capoluogo della Marca trevigiana: gli autori sarebbero Ada Campeol, proprietaria del ristorante “Alle Beccherie”, e il cuoco Roberto “Loli” Linguanotto, che nel 1970 avrebbero inventato il celeberrimo dessert. «È giusto e doveroso chiedere il riconoscimento territoriale di questa specialità - ha detto Zaia - sia come suggello di un evento storico, sia come motivo ulteriore di valorizzazione di Treviso e del Veneto, a fronte di un prodotto che oggi rischia di avere tanti padri e troppe versioni che non rendono giustizia all'impegno e all'inventiva del luogo che l'ha visto nascere, alla luce peraltro di tradizioni dolciarie che hanno fatto da terreno di coltura al vero Tiramisu». «Il riconoscimento della tipicità è un obiettivo né improbabile né impossibile - ha aggiunto Zaia- e porto come esempio il precedente della "Pizza Napoletana" Stg, che proprio io ho portato al traguardo quando ero ministro delle politiche agricole». La fama mondiale del Tiramisù ha calamitato l'attenzione dei media anglosassoni, tanto che il Guardian e il Daily Telegraph hanno dedicato ampio spazio all'iniziativa di Zaia.
Il tiramisù “bisiaco” C'è però chi la pensa diversamente. Flavia Cosolo è figlia di Mario, il cuoco che per decenni ha gestito il ristorante "Vetturino" di Pieris. "Mario del Vetturino", come molti lo chiamavano, era una figura nota in tutta la Venezia Giulia per la sua cucina d'altissimo livello. Al di fuori delle sue abilità culinarie, Mario era conosciuto anche per il suo impegno antifascista negli anni della Resistenza. Sarebbe lui, racconta la figlia, il vero inventore del Tiramisù: «Fin dagli anni '30 mio papà proponeva una coppa di cioccolato e zabaione (allora il mascarpone non c’era) che chiamava coppa "Vetturino" - spiega - all’inizio degli anni ’40 ha cambiato il nome al dolce, ridenominandolo Tiramisù». La scintilla che fece scoccare l'ispirazione sarebbe stata il commento di un cliente: «Ricordo che mio padre mi raccontò di un gruppo di avventori che gli disse di aver apprezzato particolarmente la coppa “Vetturino” con questo commento: “Ottimo, c’ha tirato sù”. Da lì l'idea di ribattezzare il dessert». «Al momento non ho testimonianze scritte di questo avvenimento - aggiunge Flavia - ma nella memoria degli anziani di Pieris, così come nei ricordi di chi è nato negli anni ’40, è un dato assodato e tramandato oralmente».
Un’altra rivendicazione, seppur più tarda, viene dalla Carnia: lì la signora Norma Pielli, di Tolmezzo, afferma da tempo d’aver inventato il dessert nel 1951. Pielli ha dichiarato che gente di «Monfalcone e Trieste» frequentava il suo locale per provarlo. Certo è che la ricetta è presente sulle tavole della Penisola da molto tempo, se perfino Pellegrino Artusi parla di un dolce “Torino” dai tratti simili al Tiramisù. Il nome, però, dev'essere nato da qualche parte nel Nordest durante il secolo scorso. Comunque vada, la questione pare abbastanza intricata, da porre qualche dubbio sulla legittimità della rivendicazione veneta. La palla passa agli storici della gastronomia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo