Battaglia dell’Isonzo, un graffito la racconta

SAGRADO. Il segno calligrafico parte ordinato per poi diventare via via sempre più caotico, quasi violento: come se un’esplosione ne avesse scardinato la natura, gettando parole e lettere qua e là, dove capitava. Tra i graffiti ritrovati a Castelnuovo nel salone principale della Villa della Torre Hohenlohe ce n’è uno che porta la data dell’11 novembre 1915. Incorniciato da quattro linee, sembra quasi la riproduzione della pagina di un diario di guerra. Dal testo traspare l’orgoglio del soldato ancora sconosciuto che esattamente un secolo fa lo incise accanto alla nicchia della parete di destra. Tra qualche errore di ortografia e di sintassi, racconta l’attività svolta nel corso del secondo giorno della quarta Battaglia dell’Isonzo. Si legge: “Il 44° artiglieria la 1° Batteria il giorno 11,11,15, con gioia e onore portò due cannoni in prima linea con 20 uomini per bombardare le famose mitragliatrici nemiche il cuale il nostro lavoro fa molto difficile ma con calma e molto entusiasmo siamo riusciti a controbattere il nemico dopo alcune ore di duro e aspro combattimento siamo riusciti vincitori portando il nostro gran onore al nostro capitano evviva la 1° batteria del 44° mitraglieria cui scrisse soldato Della ...”. La descrizione ufficiale dei combattimenti di quel giorno è conservata all’Archivio di Stato militare ed è stata riportata in sintesi nel libro di Elisa e Sergio Vittori “La grande guerra sul Carso di Castelnuovo nelle prime sei battaglie dell’Isonzo”. A pagina 158 è scritto: “(…) si distinse soprattutto la I Batteria del 44° Mitraglieri che battè incessantemente la difesa avversaria con fuoco persistente”. Nonostante questo, il soldato che passò dalla villa lasciando testimonianza diretta di ciò che aveva vissuto rimane anonimo. Identificarlo non cambierebbe la storia, ma almeno servirebbe a riconoscergli un posto da protagonista in quelle terribili vicende dell’autunno 1915. “Abbiamo cercato di ricalcare il nome dell’autore con un lucido, ma ne è venuta fuori solo una parte”, osserva Mirella Della Valle, l’imprenditrice proprietaria della villa e del Parco Ungaretti. “Il generale Cadorna diceva che ci volevano 7mila soldati per conquistare un metro di terreno. Migliaia di uomini sono passati da queste parti per poi scomparire nel nulla, ingoiati dalla storia, ma noi continuiamo a cercare il nome di questo soldato e chissà che l’anno prossimo non lo potremo celebrare”. Utilizzata come posto di medicazione per i soldati intrasportabili, Villa della Torre Hohenlohe conserva centinaia di graffiti. Per il suo lavoro di recupero della memoria in campo artistico, letterario, paesaggistico e naturistico l’azienda Agricola Castelvecchio ha quindi ricevuto dai Club Unesco nazionali ed europei la menzione d’onore nell’ambito del premio “La fabbrica del territorio”.
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