«Basta con i camperisti a Barcola»
Dall'inizio dell'estate ce ne sono parecchi che stazionano in piazzale 11 settembre, nonostante un cartello indichi chiaramente il divieto di parcheggio notturno, dalle 21 alle 7. Spesso occupano anche gli stalli accanto al vicino porticciolo e lungo viale Miramare. Si tratta dei camper presenti a Barcola, prima di arrivare alla pineta; alcuni vi stazionano da oltre un mese, altri da giorni; sono di di italiani e di stranieri, ma anche di qualche triestino che li utilizzano come una sorta di casa al mare.
Le lamentele dei residenti, in fermento da tempo, sono giunte alla circoscrizione, da dove è partita un'interpellanza al Comune a firma del consigliere del parlamentino Michele Babuder (Fi). «Avvisi arrivano anche in merito a camper che sostavano negli stalli riservati ai residenti – spiega Babuder - ad esempio domenica 6 luglio due mezzi austriaci erano fermi proprio nelle zone appena create per gli abitanti di Barcola».
Bagnanti e residenti auspicano un controllo maggiore. L'area infatti non è attrezzata per ospitare i mezzi, quindi i camper possono stazionare esclusivamente dalle 7 alle 21, ma di fatto restano fermi anche settimane. Qualcuno utilizza anche il vicino giardino Skabar, per riempire taniche di acqua alla fontanella e scaricare i liquidi residui.
Ma come mai anche chi arriva da fuori città molto spesso non rispetta il divieto? La sorpresa arriva dai siti web dedicati ai camperisti, dove piazzale 11 settembre viene indicato come posto in cui vige il divieto di sosta notturna, ma dove viene evidenziato che «tanto nessuno è stato mai sanzionato o mandato via». «Nel piazzale di Barcola alcuni stalli sono riservati ai camper nell'ampio posteggio. Un cartello limita la sosta ma risulta che nessuno che abbia passato la notte posteggiando, e non campeggiando, sia stato cacciato o peggio», si legge in un sito dedicato ai viaggi in camper: «Si può posteggiare anche lungo il tratto di Riviera tra il Bivio e il piazzale, specie se si vuol godere del mare nella giornata successiva». Un “via libera” virtuale, insomma, che evidentemente è stato seguito alla lettera da molti.
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