Baruffa Zaia-Galan sul blitz contro il mais Ogm
L’ex governatore ora ministro: «Squadristi». L’ex ministro ora governatore: «Bel lavoro»
Luca Zaia
PORDENONE Così vicini eppure così lontani. Entrambi veneti, per molto tempo insieme alla guida della Regione, poi – quasi uno scherzo del destino – a ricoprire l’uno i panni dell’altro: ex governatore e ora ministro delle Politiche agricole l’uno; ex ministro proprio dell’agricoltura e ora governatore l’altro. Il pdiellino Giancarlo Galan, il primo, e il leghista Luca Zaia, il secondo, proprio non trovano un’intesa. A dividerli questa volta – e non è la prima – l’incursione dei no global a Vivaro, quella che ha portato alla distruzione del campo, sequestrato qualche giorno fa dalla procura di Pordenone, in cui si sospetta sia stato seminato mais Ogm.
Il primo, il ministro, definisce i no global squadristi, il secondo, il governatore, quasi li fa cavalieri della legalità «Mi attendo che le forze dell'ordine identifichino al più presto gli autori di un'azione che identifica coloro che l'hanno compiuta come violenti, squadristi della peggior specie, intolleranti da condannare in ogni senso- ha dichiarato dopo il blitz il ministro Galan - Confermo che le istituzioni preposte a seguire la vicenda degli Ogm in Friuli Venezia Giulia stanno proseguendo nell'attività di accertamento e a giorni saranno resi noti i risultati di verifiche e analisi. In ogni caso ogni cittadino italiano, soprattutto in casi del genere, è tenuto a rispettare leggi e regole proprie di ogni civile convivenza». Va nella direzione opposta il presidente Zaia che, senza mezzi termini, dichiara: “è stata ripristinata la legalità. Abnorme era la situazione di Vivaro, in cui vi era una coltivazione di mais Ogm assolutamente illegale. Non è possibile pensare di introdurre arbitrariamente organismi geneticamente modificati in Italia senza che questo non inneschi le proteste, sacrosante, di tutti coloro che hanno a cuore la nostra agricoltura e la biodiversità – tuona Zaia -, che ne è cardine fondamentale. Ci sono delle regole che vanno rispettate, e bisogna far capire alle multinazionali che nel nostro Paese non si possono introdurre coltivazioni Frankenstein senza autorizzazione.” E qualche ora dalle prime dichiarazioni il presidente rincara la dose.
“Più volte, in queste settimane, avevo chiesto il ripristino della legalità alle autorità competenti, che avrebbero dovuto provvedere a distruggere quanto è vietato seminare – spiega Zaia -. Al posto delle autorità, sono intervenuti alcuni ambientalisti che, con ogni probabilità, lo hanno fatto commettendo un atto discutibile. Ma sarebbe sbagliato confondere fatti e principi. L'esistenza di una semina illegale, che certamente avrebbe contaminato i campi vicini, andava condannata con fermezza” Di più: “In assenza di condanna e di atti conseguenti, si dovrebbe concludere che chi sapeva e non ha agito era correo in un evento certamente illegale – affonda il governatore -. È comprensibile che quando un cittadino assiste a un reato voglia intervenire per impedirlo. Negarlo sarebbe come dire che non si dovrebbe muovere un dito mentre vediamo compiere una rapina in banca». (m.m.)
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