Barriera, maxifurto di articoli da disegno

Ladri in azione nella notte all’Eliotecnoservice di via Vidali. Bottino almeno 10mila euro in prodotti più altri 700 in contanti
Lasorte Trieste 09/01/15 - Via Vidali 3, Negozio Eliotecnoservice, Furto
Lasorte Trieste 09/01/15 - Via Vidali 3, Negozio Eliotecnoservice, Furto

C’era una volta via Vidali con pizzeria e paninoteca per i tiratardi, più un filotto di negozi di quartiere tutti in attività. Non è l’incipit di una favoletta, piuttosto il ricordo di tempi reali ma andati. Adesso che il numero dei locali sfitti ad altezza marciapiedi supera però quello dei fori commerciali aperti sulla scia di quanto accade in altre strade e stradine della zona - emblematica è via Madonnina, per dirne una - capita purtroppo che proprio via Vidali, come un po’ altri paraggi di Barriera, faccia notizia per un sorprendente furto notturno.

Dopo la “visita” di qualche tempo fa poco più in fondo, verso il Maggiore, a un negozio di piccola sartoria, con tanto di “prelievo” del fondocassa e tanti saluti, l’altra notte - la notte tra giovedì e ieri - analogo destino è toccato all’Eliotecnoservice, storico marchio a metà della stessa via Vidali, al civico 3. Ma qui è andata pure peggio: stando a un primissimo inventario, infatti, i ladri se ne sono andati dopo aver rastrellato una marea di articoli da regalo, da disegno tecnico, di cancelleria e per le cosiddette “belle arti”, dagli acquerelli ai pigmenti passando per pastelli e strumenti da incisione, per un valore stimabile in almeno 10mila euro, più circa ulteriori 700 in contanti dal fondocassa. Un colpo gobbo, insomma, considerando il tipo di negozio.

Se ne è accorto ieri alle 8.25, cinque minuti prima dell’apertura al pubblico, un dipendente dell’esercizio commerciale. Come ogni mattina, c’era da girare la chiave che aziona la saracinesca elettrica. Non appena alzata, l’amarissima sorpresa: la porta dietro la serranda automatica era spalancata. I ladri, in tutta probabilità, hanno forzato con i loro attrezzi del “mestiere” la saracinesca alla sua base, l’hanno sollevata a mani, eppoi hanno scassato la serratura della porta. Una volta entrati, si può presumere abbiano riabbassato la serranda, sempre a mani, per poter agire all’interno del negozio senza che magari qualcuno di passaggio, o dalle case sopra, si potesse insospettire. Poi, così come erano venuti, se ne sono andati, riabbassando il rollè, tanto per lasciare una parvenza di normalità. “Incassata” la brutta sorpresa, il dipendente dell’esercizio commerciale ha contattato il titolare, Stefano Lorenzetto, che era comunque in arrivo, il quale ha digitato subito il 113 sul proprio cellulare. Sul posto, così, è intervenuta una “pantera” della Squadra volante della Questura. Sbrigate le “pratiche” con la polizia, Lorenzetto ha voluto subito attaccare alle vetrine un messaggio con la sua personalissima provocazione: “aperti per furto”. Altro che “chiusi per furto”.

«Ci hanno portato via tra le altre cose moltissimi prodotti dalla sezione delle “belle arti”, roba da 30, 40 euro l’uno, varie penne da regalo, sui 100, 110 euro, e le più costose chiavette Usb che avevamo in vendita, più un espositore con 1.500 penne Pilot, che da solo poteva valere sui 4mila euro, oltre che circa 700 euro tra banconote e monete dal fondocassa», ha riferito a metà mattina il titolare, riservandosi di «portare in Questura ancora un sacco che abbiamo trovato dietro, lasciato dai ladri, chissà possa essere utile per qualche impronta». Il foro commerciale non è dotato di allarmi o telecamere: «È la prima volta in 40 anni che mi succede. Non pensavo che il mio negozio potesse diventare così appetibile. Certi articoli, quando li si ruba, bisogna poi anche piazzarli...», ha aggiunto Lorenzetto, soffermandosi sui tempi che cambiano. E non in meglio, evidentemente: «Questa è una delle conseguenze della desertificazione della zona. I negozi rimasti in attività in questa via, ad esempio, sono sempre meno. La sera c’è sempre meno gente che ci passa, la strada è buia. Nelle case qui sopra il 40% che ci vive sono anziani. Non escono più di casa, dopo una certa ora. Eppoi, spiace dirlo, è da un anno almeno che segnaliamo io e altri colleghi l’andazzo che vede stazionare in un angolo complesso commerciale di Barriera qui vicino (Eurospar e NewYorker, ndr) persone che bevono e talvolta disturbano o mettono inquietudine ai passanti».

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