Barcolana, lo squarcio costa caro
Una reazione, quella avuta nei confronti degli attivisti di Greenpeace nella domenica dell’ultima Barcolana (edizione 2013), che potrebbe costare cara ai due uomini a bordo del gommone di supporto a Esimit protagonisti dell’episodio. Il pm Federico Frezza ha infatti depositato, e inviato all’avvocato difensore dei diretti interessati, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di Alberto Fantini, livornese di 54 anni, e di Jure Arnez, sloveno di Jesenice, 33 anni. Nel contempo, il magistrato ha definito e inoltrato anche la contestuale proposta di applicazione della pena nei loro confronti: sei mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della stessa.
La vicenda giudiziaria trae origine da quanto successo durante il blitz di Greenpeace avvenuto domenica 13 ottobre dell’anno da poco conclusosi nel golfo triestino, quando a bordo di due gommoni un gruppo di attivisti si era lanciato verso Esimit Europa 2, l’imbarcazione che qualche istante prima aveva tagliato il traguardo vincendo la regata. Un’azione di protesta messa in atto da Greenpeace contro Gazprom, sponsor principale di Esimit Europa 2, e in particolare contro i suoi piani di trivellazione nell’Artico e anche finalizzata ad attirare l’attenzione sui 28 attivisti e i due giornalisti che il 19 settembre erano finiti nelle mani delle autorità russe, «accusati di “pirateria” per una manifestazione pacifica», aveva ricordato Greenpeace in proposito. In quella circostanza, il 13 ottobre scorso, in mare vi era stata appunto anche la reazione da parte delle due persone - cioè Alberto Fantini e Jure Arnez - che si trovavano su un gommone di supporto a Esimit, con la coltellata che aveva squarciato uno dei due natanti dell’associazione ambientalista. E quest’ultima aveva poi presentato - tramite alcuni propri attivisti - una denuncia contro Fantini e Arnez. I due sono accusati di concorso in violenza privata per aver aperto uno squarcio su uno dei tubolari del gommone di Greenpeace, costringendo gli ambientalisti quindi a riportarlo verso riva e a interromperne la navigazione. Il procuratore capo facente funzioni Federico Frezza contesta ad Arnez il fatto di aver materialmente provocato il danno, e a Fantini di aver agevolato l’altro nella sua azione tenendo fermo il gommone degli ambientalisti. Inoltre i due indagati sono chiamati dal pm Frezza a rispondere anche di danneggiamento, per aver lacerato l’imbarcazione.
Ora gli indagati, difesi d’ufficio dall’avvocato Alberto Pasino, avranno venti giorni dalla data di notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per presentare memorie, depositare documenti, chiedere ulteriori indagini da parte del pm oppure domandare di essere interrogati o di rilasciare dichiarazioni. Nel caso poi non dovessero accettare l’applicazione della pena proposta dal pubblico ministero, all’orizzonte si profilerebbe per loro l’eventualità del rinvio a giudizio.
Poco più di un mese fa, il giudice Laura Barresi aveva invece condannato a 80 euro di ammenda a testa senza sospensione condizionale tre attivisti di Greenpeace protagonisti del blitz nella domenica di Barcolana. Si tratta di Alessandro Montanari, di 22 anni, Leonardo Maculati di 38, entrambi di Torino, e del cittadino polacco Michal Pawel Karzynsky, 25 anni: l’accusa a loro carico era di non aver osservato l’ordine di lasciare il campo di regata, indicazione impartita dai poliziotti della Squadra nautica di Duino. Con il blitz attuato, il gruppo di Greenpeace aveva violato l’ordinanza della Capitaneria di porto relativa alla sicurezza in mare durante lo svolgimento della competizione velica, determinando così l’intervento delle forze dell’ordine. Inoltre, tredici attivisti dell’organizzazione ambientalista (tra cui i tre condannati al pagamento dell’ammenda di 80 euro ciascuno) erano stati poi denunciati dalla polizia per danneggiamento: nelle fasi dell’intervento degli agenti, infatti, una moto d’acqua e un altro mezzo della polizia avevano subito dei lievi danni.
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