Barcola, rispunta l’idea di ampliare la riviera
TRIESTE Vecchia ma sempre attuale, come certe barzellette d’annata. Ciclicamente la proposta dell’ampliamento della riviera di Barcola viene rimessa in circolazione e riadattata alle circostanze del momento. Questa volta lo spunto per rispolverare uno dei più longevi “tormentoni” della storia di Trieste arriva dall’imminente avvio degli scavi per la realizzazione del parcheggio sotto San Giusto.
Un’opera imponente, come imponenti saranno i volumi dei materiali da smaltire: 140mila metri cubi di “flysch”. Ed è proprio la collocazione futura di questi inerti a offrire l’assist perfetto al ritorno in auge dell’opzione Barcola. Perché trasportare i terreni in qualche costoso sito in Friuli, ha iniziato a chiedersi più di qualcuno. Molto meglio impiegarli per allungare “a costo zero” il lungomare cittadino.
Naturalmente è bastato lanciare appena l’idea, come ha fatto in una mozione l’esponente del Pdl Paolo Rovis, per innescare il dibattito e suscitare reazioni di tenore opposto, anche tra i costruttori stessi. Categoria in cui convivono infatti lo scetticismo di Donato Riccesi e il sostegno al progetto espresso da Franco Sergas.
«Siamo realisti: il progetto non è compatibile con i tempi del parcheggio sotto San Giusto - taglia corto il presidente regionale dell’Ance -. Noi contiamo di iniziare a scavare a breve mentre per far decollare l’eventuale ampliamento del lungomare ci vorrebbero almeno 5 anni. Per il deposito dei materiali di scavo è meglio concentrarsi su soluzioni più rapide come la Cava Faccanoni. Per quel sito - continua Riccesi - è previsto il ripristino ambientale e, non a caso, è già utilizzato in passato per accogliere i materiali di risulta delle gallerie della Grande viabilità. Se il Comune si mettesse d’impegno, la cava, che ha una disponibilità di milioni di metri cubi di terreno, potrebbe ospitare fin da subito i materiali di scavo».
Di avviso completamente diverso, invece, il presidente della Park San Giusto spa Franco Sergas. «È vero, nell’immediato l’ipotesi Barcola non è realizzabile - spiega -. Ma trovando un accordo tra enti interessati, sarebbe possibile stoccare per un anno i terreni di scavo di San Giusto in un’area Ezit. La legge lo consente e si otterrebbe tra l’altro un doppio vantaggio: da un lato si consoliderebbe il terreno in zona industriale grazie alla qualità delle rocce depositate, dall’altro si potrebbe tenere “in frigo” il materiale in attesa dell’approvazione dell’ampliamento di Barcola».
Soluzione, questa, che Sergas conosce bene. «Anni fa, quando ero vicepresidente dell’Ance, insieme a Riccesi avevamo presentato un progetto che prevedeva la creazione di una fascia alberata dedicata alla balneazione larga 25 metri e lunga fino al Cedas. Progetto che potrebbe essere ripreso in mano».
Dal Comune, per ora, nessun giudizio di merito. Le riserve, spiega Roberto Cosolini, verranno sciolte solo dopo un’attenta valutazione.
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