Barcola, l’affitto della pineta scende da 15mila a 200 euro

Intesa firmata col Demanio in vista del passaggio di proprietà. Dapretto: «Riconosciuto l’uso pubblico, potremo ampliare i servizi e dare più decoro»
sterle trieste pineta di barcola
sterle trieste pineta di barcola

La trattativa si è conclusa, e bene. Anche se non tutti gli effetti maggiori si vedranno da subito. Il Comune ha firmato un pre-accordo col Demanio per il trasferimento della proprietà di beni all’amministrazione locale, cambieranno dunque proprietario (senza esborso di soldi ma con uno scambio in natura) la caserma di via Cumano e il Museo del mare. Questo dice il testo che porta la firma del Comune e del Demanio, ma poi c’è una clausola: l’accordo diventerà operativo solo quando sarà stato approvato in via definitiva il Piano regolatore. Il documento urbanistico, una volta in vigore, costituirà la controprova inconfutabile di quanto prevedono gli accordi. Per questi aspetti, i principali, l’esito pieno si avrà perciò non prima del marzo del prossimo anno se il Prg navigherà coi tempi previsti, «in caso contrario si studieranno altre soluzioni parallele - dice Andrea Dapretto, assessore titolare dei Lavori pubblici ma anche del Patrimonio - per raggiungere ugualmente il risultato entro la data».

Invece è da un’altra parte che la firma Roma-Trieste produrrà un esito concreto e si tratta della Pineta di Barcola. Più “cittadina” e pubblica di così non potrebbe essere, meta di bagnanti, luogo di giochi infantili, e di “jogging” con tutti i tempi, ma da sempre il Comune deve pagare un affitto, e pure salato, al Demanio nazionale: 15 mila euro ogni anno.

«Siamo riusciti - aggiunge Dapretto -, nell’attesa che si perfezioni il passaggio di proprietà, a trasformare quella cifra di affitto in un molto più contenuto “canone ricognitorio”, in pratica pagheremo adesso soltanto 200 euro all’anno, anche il Demanio ha riconosciuto la valenza “pubblica” di quell’area».

Da 15mila euro in rotta di collo a due biglietti da 100 euro, il risparmio annuale è di 14.800. E i vantaggi andranno a cascata anche su chi ha in sub-concessione dal Comune spazi di quella pineta, per prezzi più favorevoli. Ma le ricadute non saranno nemmeno solo di natura economica, perché secondo Dapretto l’intesa col Demanio è andata più in là. Il Comune ha ottenuto di poter agire con maggiore libertà su quell’area, anche prima di averla tra i beni propri: «Si potranno migliorare i servizi, si potrà dare risposta affermativa ai gestori dei chioschi per ampliare il servizio, si potranno aggiungere altre strutture, insomma potremo meglio valorizzare questo che è il “luogo dei triestini” per eccellenza dando un miglior decoro all’intera pineta».

E qui è partita vinta. Sulla Caserma Duca delle Puglie (via Cumano, dove sta sorgendo il Museo de Henriquez ed è attivo quello di storia naturale), sull’area del Museo del mare in Campo Marzio è vittoria differita. «Con gli esponenti del Demanio - spiega Dapretto - abbiamo convenuto che le procedure per arrivare a una revisione dei canoni di affitto sarebbero state così lunghe da portarci praticamente a concluderle quando il Piano regolatore sarà stato approvato. E dunque sarebbe stato in pratica un lavoro inutile, perché a quell’epoca scatta il passaggio di proprietà».

Così per le caserme il Municipio continuerà a sborsare, ma forse per l’ultima volta, i suoi annuali 120mila euro abbondanti e altrettanto accadrà per il Museo del mare che ne costa oltre 80mila: 200mila euro all’anno restano ancora sul libro delle spese, a fronte di un risparmio di 14.800.

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