Barcola come Copacabana Rispunta il progetto del ’98
Rispunta il progetto di realizzare una sorta di Copacabana sulla riviera barcolana. La possibilità di interrare il tratto di costa tra la fine della Pineta e il ristorante La Marinella viene data dal nuovo Piano regolatore che il Comune si appresta ad approvare. Si vorrebbe creare una nuova spiaggia larga 25 metri realizzando punti di accesso al mare facilitati destinati ai più piccoli e agli anziani, piscine, punti di ristoro, spazi ricreativi, aree verdi e parcheggi

TRIESTE.
Si riaffaccia l'idea di realizzare una sorta di Copacabana sulla riviera di Barcola. La possibilità di interrare il tratto di costa tra la fine della Pineta e l'area di fronte al ristorante La Marinella viene data dal nuovo Piano regolatore che il Comune si appresta ad approvare approssimativamente entro il mese di luglio.
L'opportunità è quella di creare un’ulteriore area a mare per una distanza massima di 25 metri dal ciglio stradale, realizzando una zona destinata a servizi di supporto alla balneazione, nuovi punti di accesso al mare facilitati destinati ai più piccoli e agli anziani, piscine e giochi d'acqua, punti di ristoro, spazi ricreativi e aree verdi attrezzate.
«L'idea - precisa Piero Camber, capogruppo Pdl in consiglio comunale e componente della Commissione urbanistica del Comune - è quella di permettere a un soggetto privato, ad esempio i costruttori di Trieste, di usare quell'area come discarica di tipo A, ovvero di materiali inerti. Con un project financing potrebbero utilizzare il materiale ricavato dagli scavi necessari a realizzare il Park San Giusto per riempire l'area davanti a Barcola».
Dell’utilizzo del materiale di scavo peraltro aveva parlato in una recente mozione in consiglio comunale anche il consigliere comunale pidiellino Lorenzo Giorgi, che a suo tempo - da presidente di Circoscrizione - si spese abbondantemente per la Copacabana di Barcola.
Il vincolo imposto ora dall'amministrazione è quello che la battigia resti pubblica: nessuno deve pagare per prendere il sole o per fare il bagno. A pagamento sarebbero invece alcuni dei servizi realizzati dai privati che intendano avviare un’iniziativa di questo tipo.
«Noi del Collegio costruttori di Trieste siamo pronti. Anzi - ammette l'architetto Donato Riccesi, presidente regionale dell'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori edili, - ci siamo persino stancati di avanzare progetti. La proposta di ampliare la riviera di Barcola noi l'avevamo già presentata 12 anni fa, ma allora l'accoglimento del progetto a livello politico non fu generale».
Il via libera alla Copacabana triestina da parte del Comune dunque c'è, la disponibilità a scendere in campo dal punto di vista finanziario da parte dei costruttori anche. Spetta poi alla Provincia, l'ente incaricato al rilascio delle autorizzazioni in materia di discariche, dare i premessi. Un nodo da sciogliere è però quello della tempistica. Infatti «mi fa piacere che ora anche da parte dei politici questa prospettiva venga condivisa - spiega Riccesi - ma i tempi stringono. Il progetto per Park San Giusto è già in fase avanzata e se si vuole sfruttare questa occasione è obbligatorio dare il via quanto prima alla valutazione dei progetti e all'iter per ottenere le autorizzazioni».
Il costruttore riferisce che i volumi di scavo per la realizzazione del nuovo parcheggio sotto il colle di San Giusto consteranno di oltre 100 mila metri cubi di materiali da sfruttare per l'interramento. «Se non si accelera - sottolinea Riccesi - temo che gli iter per i due progetti non andranno a coincidere dal punto di vista dei tempi. Per realizzare quel tipo di interramento a Barcola servono valutazioni e approvazioni che richiedono un certo arco di tempo. Ciò ci costringerà a portare il materiale che recuperiamo dal Park San Giusto alla cava Faccanoni, dando il via al recupero ambientale di una ferita creata su quel monte ad opera dell'uomo».
Il nuovo piano regolatore del Comune trasforma il lungomare di Barcola da zona tecnicamente definita "G4" a zona "S5", da zona balneare e dell'arenile cioè a zona di balneazione turistica. Una modifica sostanziale che oltre a prevedere la possibilità di un interramento consente di realizzare parcheggi anche interrati nella misura corrispondente a quelli presenti sulla strada. Il piano conferma inoltre le attuali funzioni del porticciolo di Cedas (nautica da diporto, pesca artigianale) prevedendone un ampliamento oltre la nuova linea di battigia.
Sul lato mare è prevista poi la creazione di nuove strutture destinate al ristoro, ai servizi o all'intrattenimento: potrà essere coperto da fabbricati non più del 5 per cento del totale dell’area. Gli edifici dovranno avere un'altezza massima di quattro metri .
«Ampliando la parte prospiciente al mare - spiega Roberto Sasco (Udc), presidente della Commissione urbanistica del Consiglio comunale - sarà possibile realizzare una serie di servizi e di punti di intrattenimento necessari allo sviluppo anche turistico di quell'area. È evidente che in prospettiva andrebbe ampliato il servizio di trasporto pubblico e risolta la questione dei parcheggi».
E rispunta così il progetto di collegamento tra Barcola e Montegrisa, un’altra prospettiva della quale si parla ciclicamente da decenni: «Sotto il santuario mariano c'è un ampio spazio per i parcheggi - constata Sasco - e senza stravolgere l'ambiente andrebbe progettata un'ovovia che colleghi i due siti. I turisti, ma anche i residenti, potrebbero lasciare lì la loro automobile per poi scendere sul lungomare».
Sasco si spinge oltre suggerendo uno sviluppo dell'intera zona di Barcola. «Nella zona a monte - osserva - vanno individuate delle aree dove costruire nuove strutture ricettive. La riviera barcolana è un'area di grande valore turistico, è il nostro biglietto da visita ma oggi è pressoché priva di ristoranti, bar e alberghi. Il progetto dell'interramento del lungomare - conclude - va supportato dalla realizzazione di nuove strutture, rispettando l'ambiente e anche i diritti di chi abita quella fetta della città».
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