Barche off limits per 180 diportisti a Muggia. Mistero sul sequestro dell’area della Marea

La Capitaneria ha posto i sigilli all’ingresso. Vigilanza 24 ore su 24 e inchiesta in corso. La società: «Fulmine a ciel sereno»
Lasorte Trieste 14/09/19 - Muggia, Sigilli, Sequestro, Area Marea
Lasorte Trieste 14/09/19 - Muggia, Sigilli, Sequestro, Area Marea

MUGGIA. Circa 180 imbarcazioni e alcune automobili sono “in ostaggio” a Muggia. Pochi giorni fa la Capitaneria di Porto di Trieste ha posto infatti i sigilli all’ingresso della struttura sul rio Ospo, gestita dalla Società nautica dilettantistica polisportiva Marea srl.

Perplesso il titolare della società, attualmente fuori provincia: «Non so cosa stia accadendo». Sia i terreni che ospitano le barche dei soci, sia lo specchio acqueo sono completamente inaccessibili. Sulla recinzione è stato apposto un cartello che ha fornito parziale risposta sulla chiusura degli spazi gestiti dalla Marea: la zona è sotto sequestro in base all’articolo 253 del codice di procedura penale. Firmato Capitaneria di Porto. Ciò significa che l’autorità giudiziaria ha disposto con decreto motivato il sequestro «del corpo del reato e delle cose pertinenti al reato» necessarie per l’accertamento dei fatti. E come recita il codice penale «sono corpo del reato le cose sulle quali o mediante le quali il reato è stato commesso nonché le cose che ne costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo».

Attualmente una serie di guardie giurate sta monitorando l’ingresso alla struttura 24 ore su 24. Naturalmente sono grandi i disagi provocati ai numerosi soci del sodalizio, che pagano l’affitto degli spazi per le proprie imbarcazioni nello specchio acqueo del rio Ospo e nei terreni attigui. Alcuni soci poi hanno lasciato anche l’automobile all’interno della struttura. «Volevamo andare a prendere la nostra barca per farci un giro in mare visto il bel tempo del fine settimana, ma non possiamo farlo», racconta un socio.

Per varcare la soglia dell’area sotto sequestro c’è in realtà una procedura da seguire, ossia inviare una mail al custode giudiziario chiedendo di fissare un appuntamento per recarsi nell’area gestita dalla Marea per poter recuperare i propri effetti personali contenuti all’interno delle imbarcazioni. Ma cosa sta realmente accadendo in via di Trieste 12? Nella giornata di ieri Fabio Barazzutti, responsabile della Marea, non ha saputo fornire una risposta sulle difficoltà affrontate dalla sua società: «Sono fuori zona e tornerò a Muggia lunedì (domani, ndr). Non ho la minima idea di cosa stia accadendo. L’intervento della Capitaneria di Porto e i sigilli apposti alla Marea sono stati davvero un fulmine a ciel sereno. Lunedì conto davvero di appurare perché si sia arrivati a tutto questo, fermo restando che sono molto sereno».

Dalla Capitaneria di Porto triestina non sono arrivati altri elementi utili, ma è stato confermato che è in corso un’inchiesta giudiziaria e che a breve, nella settimana entrante, verranno forniti maggiori dettagli sul perché all’area siano stati posti i sigilli. Nella giornata di ieri sono filtrate alcune voci di corridoio, tutte da verificare, le quali sostengono che il contenzioso potrebbe essere nato in seguito alla denuncia da parte di una donna per una presunta negligenza del gestore.

In attesa che sia fatta chiarezza, soprattutto per i soci del club, sulla vicenda è intervenuto il sindaco muggesano Laura Marzi: «Mi auguro – ha detto – che la magistratura possa fare chiarezza, che la situazione si possa sbloccare con un lieto fine e che la Marea possa tornare a svolgere regolarmente la propria attività». —


 

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