Barche incagliate nel canale «Dragate subito o si chiude»
La situazione dell’insabbiamento del canale Est-Ovest allo sbocco del Villaggio del Pescatore ha raggiunto livelli di emergenza. A lanciare l’allarme in maniera compatta ben 16 tra cantieri, marina e operatori che lavorano sul canale e tra questi big come Monte Carlo Yachts e il marina Lepanto. Ma nell’elenco ci sono anche la Società nautica Laguna e la Polisportiva San Marco, oltre che la Società nautica Duino 45° Nord.
Hanno firmato una lettera che è stata inviata con urgenza alla Regione e in particolare all’assessore alle infrastrutture e mobilità, Mariagrazia Santoro oltre che al Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone. Era stato lo stesso Csim, sentiti gli operatori del Lisert, a lanciare il primo allarme verificando che dopo pochi giorni di maltempo con libeccio, bora e mare grosso, nel periodo tra febbraio e marzo, il lavoro di dragaggio condotto lo scorso anno per la manutenzione del canale è stato mandato all’aria. Il punto più critico è sempre l’imbocco, davanti al Villaggio del Pescatore.
Gli incagli delle imbarcazioni, in particolare quelle con la chiglia che pesca di più, sono ormai quotidiani con gravi problemi per la sicurezza in mare. La notizia si è diffusa tra i diportisti e la situazione è ormai di emergenza. «Le nostre società stanno versando in un importante stato di difficoltà - scrivono gli operatori - dovuto all’innalzamento repentino avvenuto lo scorso marzo del fondale lungo il canale che va dal Villaggio del Pescatore alla zona del Lisert. Ci sono numerose lamentele e soprattutto disdette dei contratti di ormeggio in essere».
È stato raggiunto un punto critico. «Gran parte delle imbarcazioni in lavorazione nei nostri cantieri e ormeggiate nelle nostre darsene non riescono più a entrare e uscire regolarmente - denunciano gli operatori - in quanto si incagliano all’interno del canale che porta all’uscita. Alcune imbarcazioni addirittura non entrano ed escono più. Impensabile per noi in questo periodo riuscire a proporre le nostre marine a nuovi clienti in quali, scoraggiati dall’importante problema del fondale, scelgono oggi le vicine coste slovene e croate».
I firmatari spiegano di parlare a nome di una realtà fatta da diverse società nautiche (marine, costruttori, cantieri, associazioni) che vivono lungo il canale Est Ovest e come tante altre «sopravvivono alla crisi economica grazie agli investimenti e ai sacrifici quotidiani garantendo in questo modo lavoro a migliaia e migliaia di famiglie».
Ma non si tratta soltanto delle attività nautiche, all’interno delle realtà diportistiche del canale ci cono anche altre attività, ristoranti, bar, piccole aziende di artigiani. Realtà che ora vedono minato il loro business. «Il fattore fondale è determinante per le nostre attività - continua la lettera - gli armatori delle barche medio-grandi, ovvero quelle dalle quali arrivano le nostre fonti maggiori di sostentamento, chiedono recessi anticipati e non rinnovano gli ormeggi visto il drastico peggioramento dello stato del canale».
Un problema che sta creando gravi problemi economici e di immagine. «Questa situazione drannatica mette a rischio alcune attività della Monte Carlo Yachts - spiega la lettera - la quale segnala il suo fondato timore di non riuscire a movimentare nelle acque del canale i modelli appena prodotti».
Le sedici realtà chiedono infine «gentilmente ma con fermezza» un intervento: «è estremamente necessario un dragaggio del canale nei punti più critici».
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