Barche, documenti, bagnanti e pesca: controlli senza sosta tra golfo e spiagge

TRIESTE. Controlli nel golfo e a terra, tra diportisti e bagnanti: il mare è sicuro anche d’estate quando la Capitaneria di porto mette in campo, con un’operazione ad hoc, un numero maggiore di forze per la salvaguardia della vita umana e la sicurezza delle attività turistico-nautiche. Durante i giorni feriali e festivi, fino al 15 settembre, i marinai vigilano senza sosta. Com’è accaduto ieri, quando la motovedetta Cp277 e il gommone Gc32 sono partiti dalla sede di piazza Duca degli Abruzzi alla volta del golfo. Si trattava delle verifiche per l’attività denominata appunto “Mare sicuro”, coordinata su tutto il territorio nazionale dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.
A tal fine sono impegnati in totale circa 150 donne e uomini a Trieste con 13 mezzi nautici. Sono pronti a intervenire per azioni variegate, a partire ad esempio dalla verifica della documentazione a bordo delle unità da diporto, che devono essere munite appunto di documenti, di tutte le dotazioni previste in base alla distanza dalla costa e, in questo periodo, anche dei dispositivi di protezione individuale: «Ci atteniamo alle prescrizioni anti Covid – spiega il capitano di corvetta Elisabetta Bolognini – specificate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per ogni attività diportistica».
Questi controlli relativi al coronavirus sono gli unici a essere effettuati sul tema dalla Guardia costiera, la quale non rientra di fatto nel dispositivo di pubblica sicurezza di Prefettura e Questura. I diportisti triestini, aggiunge Bolognini, «sono comunque tendenzialmente diligenti». Nessuna sanzione infatti è scattata ieri durante le verifiche di routine, quando il gommone si è affiancato ad alcuni natanti mentre navigavano nel golfo. A questo proposito la Capitaneria è impegnata anche nella campagna “Bollino blu”. «A seguito dei controlli si rilascia al diportista un bollino blu – spiega il capitano di corvetta – per evitare ridondanze di controlli con altre forze polizia».
Sono state invece dieci le sanzioni elevate dal 15 giugno, data d’inizio di Mare sicuro. Quali sono i principali motivi delle multe? La maggior parte dei diportisti indisciplinati si è avvicinata troppo alla costa. La fascia di balneazione da rispettare ha infatti un’ampiezza di 200 metri dalle spiagge, ad esempio nella zona di Barcola, e di 100 metri dalle scogliere, come accade nell’area di Duino.
Nessuna irregolarità è stata invece finora riscontrata negli stabilimenti, dove solitamente le pattuglie a terra appurano, tra i diversi aspetti, la correttezza della postazione di sicurezza degli assistenti bagnanti, delle unità di salvamento e delle dotazioni previste per la sicurezza balneare. Punti cardine delle operazioni della Guardia costiera sono anche l’assistenza e il soccorso in mare.
«Tradizionalmente interveniamo per problematiche di deficienza all’unità di diporto – sottolinea Bolognini –: la carenza di carburante è un classico. Una delle raccomandazioni è infatti accertare il livello di carburante prima di uscire in mare e un eventuale peggioramento delle condizioni meteo. S’interviene inoltre per un boma finito per sbaglio sul naso, per la perdita d’equilibrio a bordo, per la rottura delle vele o incidenti in spiaggia».
Nel caso si sia rimasti a secco la Guardia costiera comunica alle persone i contatti per farsi rimorchiare e tornare all’ormeggio. Ma se si dovessero verificare condizioni di pericolo, che potrebbero mettere a repentaglio la vita umana e la sicurezza della navigazione, interviene direttamente la motovedetta per trasbordare le persone o scortare l’unità in luogo sicuro. E poi c’è il controllo sulla pesca, che può capitare anche durante l’operazione Mare sicuro per “punire” chi pesca in zone vietate, come ad esempio le aree portuali o quelle di balneazione negli orari deputati a questo utilizzo.
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