Barcellona “stregata” dai vini di Daniele Odoni

TRIESTE. Non c’è solo il cuore del Carso a saper produrre il buon vino in una provincia triestina dove tanti giovani viticoltori stanno facendosi strada con bottiglie d’autore. Anche le campagne di Longera, ai piedi dell’altipiano, regalano grandi soddisfazioni. Come quelle targate Odoni, l’azienda agricola che si è fatta recentemente onore al Certamen Topwine 2018 di Barcellona (www.topwines.es) piazzando ai vertici del concorso la propria Vitovska spumantizzata del 2015. Al top della kermesse anche la Malvasia 2016, mentre Chardonnay 2016, l'uvaggio “Giada” e il Sauvignon hanno ottenuto una menzione speciale.
Al concorso spagnolo hanno partecipato ben 573 vini; l’ottimo piazzamento dei prodotti di Daniele Odoni è quindi motivo di grande orgoglio e stimolo a lavorare ancora più intensamente un territorio dalle caratteristiche uniche. L'area coltivata a vite e olivo da Odoni si trova in una piccola vallata che i longerini chiamano “Pod Frnedum”, sotto il Farneto. Sin qui, dove al culmine della vallata inizia il Breg che porta a San Dorligo, giungono le ultime propaggini del bosco Farneto. Alle spalle dell'azienda, il costone carsico alla cui base sta una fascia di fertile flysh che, sbriciolandosi, cede preziosi minerali al terreno argilloso. “È una terra ricca di elementi - spiega Odoni -, che dona alla vite importanti sostanze. Vi è ancora il particolare microclima a determinare le favorevoli condizioni alla viticoltura. Il contrasto tra le giornate soleggiate e le notti prevalentemente fredde garantisce quelle marcate escursioni termiche che conferiscono ai vini particolari profumi e aromi».
Odoni ha frequentato come tanti altri agricoltori triestini l'istituto agrario di Cividale specializzandosi in viticoltura e enologia. Ma la sua forza sta nell'aver avuto sin da ragazzino l'esempio del padre, Pietro, che gli ha trasmesso la passione per l'agricoltura. Dopo aver ceduto l'azienda nel vicino Friuli, Pietro Odoni ha recuperato alcune terre nella natia Slovenia e ha gettato le basi per l’attuale azienda agricola longerina partendo dalla gestione di un’osmiza. «Dalla produzione di uvaggi bianchi e rossi - spiega Daniele - siamo passati a un’impostazione più ambiziosa. La prima bottiglia è uscita dalla cantina nel 2006». È l’inizio di un percorso che porta dritto alla recente affermazione spagnola e all’imbottigliamento di una vasta gamma di vini.
Daniele non è l'unico produttore del “Pod Frnedum” a rappresentare l'agricoltura di Longera. Assieme a lui stanno crescendo altri produttori ambiziosi, Gabriel Cernigoj, per esempio, e ancora Dimitri Cacovich, la famiglia Coretti, per citare solo alcuni nomi. La vecchia trattoria sociale nel centro della borgata, oggi sede della Casa della cultura gestita dalla Cooperativa di Longera e Cattinara, ospita a rotazione diverse osmize, perpetuando una tradizione che la comunità locale promuove nel terzo millennio con regolarità e continuità. E ancora piccoli coltivatori part time curano terrazzamenti e orti che dal centro del paese raggiungono i pastini di Sottolongera e via del Farnetello, guardando alla meravigliosa mole del Boschetto.
Mantenendo la forte connotazione di azienda carattere familiare, Daniele, aiutato dalla compagna Valentina, si prepara a farsi conoscere in altre piazze. Sarà quindi presente alla fine mese a Berlino per una nuova fiera internazionale del vino, mentre a ottobre, assieme a altri 1800 produttori, presenterà le sue bottiglie a Vienna.
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