Barca svaligiata dai ladri a Trieste: in Sacchetta è allerta furti
Raid mercoledì notte davanti alla Canottieri Adria: via 3 mila euro di attrezzature. Nel mirino anche i circoli nautici: «Telecamere e accessi blindati contro le razzie»
Torna l’incubo dei furti in Sacchetta: i ladri hanno svaligiato una barca ormeggiata al pontile Istria, di fronte alla società triestina Canottieri Adria 1877. Canne da pesca, ecoscandaglio, un frigo nuovo di zecca e persino le coperte: i predoni hanno portato via tutto quello su cui sono riusciti ad allungare le mani. Il bottino supera i 3 mila euro. Cifra a cui vanno aggiunti i danni causati dall’effrazione.
Non è un episodio isolato, ma un fenomeno che periodicamente torna a colpire la Sacchetta. Nei mesi scorsi ci sono state diverse incursioni: alcune andate a segno, altre solo tentate. A far gola ai ladri sono sia le imbarcazioni, sia le sedi delle società nautiche, dove sperano di fare incetta di contanti, attrezzatura da rivendere al mercato nero e oggetti di valore lasciati negli armadietti. Tanto che molti circoli hanno rafforzato i propri sistemi di sicurezza: telecamere di ultima generazione e cancelli elettronici.
Eppure ancora non basta. Lo sa bene Piero Rupena, proprietario della barca svaligiata. Il furto è avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì. La sua pilotina da pesca era ormeggiata davanti alla Canottieri Adria, la terza barca dalla riva.
Giovedì mattina è arrivata la doccia fredda. Quando Piero è salito a bordo, ha trovato il caos: «Era tutto sottosopra e mancava un sacco di attrezzatura: canne da pesca, ecoscandaglio, il frigo, alcune coperte. Tutte cose non proprio banali da trasportare. Sicuramente i ladri hanno utilizzato un’auto per caricare il bottino – ipotizza la vittima –. È come se mi fossero entrati in casa. Sono affezionatissimo alla mia barca».
Nel frattempo il giovane ha denunciato l’episodio ai carabinieri. «Purtroppo non ci sono telecamere puntate su questo tratto – allarga le braccia il derubato – ho già chiesto alla società di provvedere. Ma anche il Comune dovrebbe fare la sua parte, installandone lungo le Rive, come deterrente. Pensavo che questa zona fosse sicura perché vicina alla strada e illuminata. Evidentemente non basta». Nel mirino anche le sedi dei circoli, oltre alle imbarcazioni. «Mesi fa i ladri hanno spaccato una finestra e ci hanno rubato il salvadanaio con le mance e una bottiglia di vino – racconta Andrea Schenal della Canottieri Adria –. Più danni che refurtiva».
Copione simile anche alla Triestina della Vela: «Abbiamo avuto qualche furto in sede, con i ladri che si confondevano tra i soci – afferma la presidente Marina Simoni – e anche intrusioni nelle barche, legate soprattutto a bivacchi di balordi. Per questo abbiamo potenziato la videosorveglianza, soprattutto nel sottoportico, e mantenuto il badge d’ingresso».
Quattro anni fa il circolo era stato preso di mira da un ladro seriale che, spacciandosi per l’amico di un socio, bazzicava negli spogliatoi ripulendo portafogli e armadietti.
«Lo abbiamo identificato grazie alle telecamere e poi colto in flagranza – racconta Luciano Carmeli, all’epoca responsabile mare –. Mi ricordo di averlo fermato e piantonato fino all’arrivo dei carabinieri». Sia alla Società Triestina Sport del Mare che allo Yacht Club Adriaco, la rete di occhi elettronici si sta rivelando un «deterrente efficace» a detta dei rispettivi presidenti.
L’Assonautica, nella partita contro i ladri, si gioca anche la carta del carabiniere in pensione: «Da quando sono direttore del mare (2016, ndr) – afferma Domenico Smeriglio, militare dell’Arma in congedo – non abbiamo subìto furti». Ma la guardia rimane alta, per tutti.—
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