Barbana, le barche arrancano nel fango

II caso. "Perdòn de Barbana” in mezzo al fango. In un paio di tratti del canale che porta all’isola-santuario, infatti, i pescherecci più grandi domenica hanno letteralmente navigato scivolando sul fango. E anche rollando da una parte all’altra, vista l’irregolarità dei fondali melmosi.
63 cm di "profondità". L’ecoscandaglio della barca ammiraglia, la Stella del Mare, parla chiaro: nel punto più basso, cioè nella curva prima di giungere all’isola, la profondità era di soli 63 centimetri. Ma la Stella del Mare - come ha spiegato il coordinatore dei volontari, Giuliano Felluga che di solito conduce la barca - pesca 1 metro e 60.
Domenica al timone c’era, com’è tradizione, ma sempre con Felluga accanto, il vecchio proprietario del peschereccio, Antonio Santopolo, che con la sua abilità ha fatto “ballare” il meno possibile l’equipaggio. E nel viaggio di rientro, come ha evidenziato Felluga, considerato che la marea si stava abbassando, l’ecoscandaglio misurava circa 50 centimetri. Non è la prima volta che capita. Anzi, questa problematica si ripete puntualmente e il prossimo anno sarà sicuramente impossibile raggiungere l’isola e non solo da parte dei pescherecci più grandi ma anche dai motoscafi di linea. Di questo passo la processione la si dovrà per forza di cose fare a remi con le “batele”.
Serve un costante dragaggio. Gli interventi tampone di dragaggio, ormai si è visto e rivisto, non servono a nulla. Ciò che necessita è un costante e puntuale dragaggio da ripetersi regolarmente e in tutta la laguna, non solamente lungo il canale di Barbana. Tanti altri canali della laguna, infatti, si stanno riempendo di fango e altrettanto le cavane delle varie mote con casoni. I concessionari sono anni che attendono la liberazione di questi fanghi; in passato l’avrebbero anche fatto a loro spese ma ci vogliono le autorizzazioni, i progetti, gli esami degli stessi fanghi. Cose lunghe e costose.
La Regione ha deciso di mettere mano a questi inconvenienti, ma in realtà prima che venga effettuato un qualsiasi nuovo intervento ci vorrà molto tempo.
La risposta della Regione. «Stiamo lavorando», è stata la risposta dell’assessore Maria Grazia Santoro a un’interrogazione del consigliere regionale Alessio Gratton che davanti alla “mancata risposta” attacca la giunta che fa parte del suo schieramento. «A un anno di distanza dal provvedimento normativo e relativo stanziamento di fondi – ricorda Gratton - il territorio aspetta risposte importanti, che possano portare a una normalizzazione della situazione con escavi regolari, ed è nostro compito fornirle nel più breve tempo possibile dato l’impegno preso».
E aggiunge: «Ho piena consapevolezza del fatto che si stia lavorando nella direzione giusta, ma troppo lentamente, c’è la necessità di premere sull’acceleratore e velocizzare i tempi». Gratton pungola Santoro e le sue rassicurazioni. «L’assessore ha risposto rimarcando anch’ella i lavori svolti e i risultati ottenuti, ha inoltre ricordato - dice - che queste attività richiedono un complesso iter di attuazione, spiegando che i lavori preliminari sulla Laguna di Grado sono in corso, tuttavia, alla mia domanda su quali fossero le previsioni sulla partenza effettiva dei lavori, ha risposto con un’unica frase: “Stiamo lavorando”».
La frase evidentemente non basta a Gratton che sottolinea come la scarsità di pioggia contribuisca ulteriormente alle già esistenti difficoltà, non garantendo un regolare e sicuro accesso alle mote, date le secche in bassa marea. «È fondamentale fare di più affinché - spiega il consigliere regionale - si possa procedere nella normalità e non sempre in costante stato di emergenza. Non è infatti possibile immaginare di poter continuare a fruire di un tesoro paesaggistico come la laguna in queste condizioni».
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