Bar e ristoranti di Gorizia: «Stop ai locali fai da te»
GORIZIA L’obiettivo: il rilancio del commercio cittadino e la valorizzazione, in tal modo, di tutta la città. Tra prospettive e proposte come gli eventi del nuovo “Sabato Goriziano”, e nodi da sciogliere, come la spinosa questione dei “temporary shop” mal digeriti dagli esercenti dei locali permanenti di Gorizia. Si è parlato di tutto questo nella sala Dora Bassi, durante il primo incontro che ha messo di fronte amministrazione comunale e titolari di negozi e locali del centro, promosso come primo passo di un vero e proprio tavolo dedicato a individuare strade e strumenti per il rilancio del settore. Vi hanno preso parte diverse decine di professionisti, e di fronte a loro c’erano l’assessore comunale alle Attività produttive Roberto Sartori, il presidente dell’Ascom di Gorizia Gianmarco Zotter e il presidente dell’associazione Le Nuove Vie (che riunisce oltre una settantina di attività goriziane) Federico De Luca.
L’idea di partenza dell’incontro, che avrà probabilmente un seguito in molti altri confronti, a cadenza più o meno fissa nelle intenzioni del Comune, dell’Ascom e dell’associazione, è quella di creare uno spazio di dialogo al centro del quale mettere proposte, istanze e progetti legati alla comunicazione del “prodotto Gorizia” inteso come offerta di negozi, locali ristoranti del centro.
Il traguardo è quello di realizzare quel “centro commerciale naturale” che è esperienza vincente già in molte altre città, e verso il quale si sta muovendo già da diversi anni (con alterni risultati) proprio Le Nuove Vie. Il primo passo è stato quello di comunicare l’intenzione al maggior numero di commercianti ed esercenti possibile, e al tempo stesso raccogliere la disponibilità a lavorare insieme. Molti dei presenti hanno lasciato i propri contatti al Comune, che di qui in avanti si impegnerà a comunicare per tempo ad esempio tutti gli eventi che saranno organizzati a Gorizia. Tra questi si pensa ad esempio al “Sabato Goriziano”, un contenitore settimanale di iniziative e manifestazioni in grado di vivacizzare il cuore della città e invogliare la gente a frequentarlo, entrando poi così anche nei negozi e nei locali. In secondo luogo l’auspicio del Comune sarebbe quello di veder ampliato il numero di esercizi economici aderenti a Le Nuove Vie, per creare così una realtà in grado di muoversi in modo compatto e coerente e promuovere simultaneamente tutto il centro città, e non solo alcune sue aree.
«Il primo tavolo è stato positivo – dice l’assessore Sartori –. Intendiamo proseguire il lavoro per promuovere la città nel suo insieme, compresa la componente commerciale che è fondamentale anche per qualsiasi discorso di valorizzazione turistica». Certo non è stato tutto rose e fiori, e il confronto tra le parti a tratti è stato anche piuttosto duro. «Alcuni presenti hanno colto l’occasione per parlare dei problemi della categoria degli esercenti – conferma Sartori –. Ma va bene anche così, perché l’importante è dirsi le cose in faccia e da questa esperienza partiremo per attivare anche un tavolo dedicato appositamente alla risoluzione della questione dei temporary shop». Il riferimento di Sartori va alle precise richiese dei gestori di bar e ristoranti, stufi di dover sopportare la concorrenza “in casa” di associazioni e privati che aprono locali temporanei ad esempio nei negozi sfitti di via Rastello o del centro storico. Il tutto senza dover sostenere i costi e le incombenze burocratiche precise e pressanti che invece gli esercenti stabili si devono sobbarcare quotidianamente.
«Non possiamo più accettare che l’amministrazione comunale appoggi o avvalli iniziative simili, che vanno a nostro discapito – dice Dennis Macedonio del Caffè Garibaldi, esprimendo comunque una posizione largamente condivisa dai colleghi –. È necessario regolamentare la situazione, e far rispettare le regole semplicemente a tutti». Sintomatica in tal senso anche la testimonianza della chef Chiara Canzoneri del ristorante Hendrick’s: «Da parte di noi ristoratori c’è la volontà di rimboccarci le maniche e lavorare tutti assieme per promuoverci, e promuovere la città – dice –, ma poi troppo spesso vediamo i nostri sforzi vanificati da iniziative parallele come quelle dei locali temporanei, che ci fanno concorrenza senza doversi però attenere a tutte le regole e i costi non indifferenti con i quali dobbiamo fare i conti noi».
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