Bankitalia: "L'economia del Fvg si muove, grazie all'export"
TRIESTE L'attività economica in Friuli Venezia Giulia torna a crescere, trainata dalle esportazioni, mostrando segnali timidi ma convergenti di positività. Il quadro emerge dalla rilevazione congiunturale sull'economia regionale elaborato dalla Banca d'Italia, presentato a Trieste dal direttore uscente per il Fvg, Pietro Sambati, che andrà a presiedere la sede di Bari. A Trieste è in arrivo Giuseppe Manitta.
Secondo le stime elaborate su dati di Confindustria Fvg, nel 2014 la produzione industriale in regione è cresciuta del 2,8%, mentre il grado di utilizzo degli impianti è rimasto sostanzialmente stabile (+0,1%). Secondo Bankitalia, le imprese industriali in Fvg hanno inoltre segnalato che hanno intenzione di far ripartire il ciclo di investimenti. Il sistema economico Fvg rimane però ancora fragile. Il numero di imprese attive si è ridotto dell'1,7%.
Nel 2014 sono aumentate le vendite estere (+4,6%), mentre le vendite interne hanno registrato un -0,7%. Sempre sul fronte vendite, nel primo trimestre 2015, su base tendenziale, complessivamente le vendite hanno registrato un +6,5% (+6,1% estero, +7,3% nazionale). La domanda interna ha inoltre rallentato la sua flessione. Le esportazioni, in base a dati Istat, rimangono a circa 10 punti percentuali in meno rispetto al 2008, ma nel 2014 è stato verificato un andamento positivo rispetto alle principali aree di confronto, con l'export di beni e servizi cresciuto del +5% (+4,9% verso Ue e +5,3% extra Ue).
«Il messaggio più significativo è l'interruzione, come previsione, del lungo ciclo negativo degli investimenti. Ci auguriamo che queste favorevoli prospettive si traducano sul mercato del lavoro, soprattutto per i giovani», ha rimarcato Sambati durante la presentazione del rapporto.
Il comparto servizi ha risentito della debole dinamica dei redditi delle famiglie e dai problemi sul mercato del lavoro. Il numero delle imprese commerciali è sceso dell'1,9% nel 2014, le vendite degli esercizi commerciali a prezzi correnti del -1,7%, ma segnali positivi derivano dal +3,4% della vendita beni durevoli e dal +9,2% nelle immatricolazioni di autovetture. Segnali di ripresa non si sono invece manifestati nel comparto delle costruzioni dove la congiuntura rimane negativa, anche se con segnali di attenuazione. Secondo dati di Unioncamere, i livelli di produzione delle imprese edili hanno registrato nel 2014 un -5,3%, con ulteriore calo previsto nel prossimo futuro. Tra 2005 e 2012, i permessi costruzioni edilizi sono calati del 75%. Dopo la stabilizzazione del 2013, le compravendite immobiliari sono cresciute invece dell'1,6%, un dato influenzato dal calo prezzi immobili e da quello dei tassi di interessi, che ha favorito l'accensione di mutui.
Bankitalia segnala inoltre che la diminuzione dei prestiti bancari alla clientela residente in regione, iniziata nel primo trimestre del 2012, si è attenuata e che nella seconda metà del 2014 sono emersi i primi segnali di allentamento delle condizioni di offerta di credito alle imprese, accompagnati da un debole recupero della domanda di finanziamenti. Gli ingressi in sofferenza dei crediti concessi alle imprese sono diminuiti, dopo aver raggiunto il massimo alla fine del 2013.
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