Bank of China compra azioni Generali

TRIESTE. Gli investitori stranieri arrivano in massa nei grandi gruppi italiani. Il primo segnale è arrivato da un gigante come BlackRock, con masse gestite pari a oltre 4.320 miliardi di dollari, che ha fatto incetta di quote nelle banche italiane. Nell’ultima assemblea delle Generali la presenza di investitori istituzionali esteri è stata massiccia. Si sono presentati con il 15,2%, una crescita di ben sei punti rispetto a solo due anni prima. E nel maggio scorso peraltro gli investitori internazionali hanno piazzato la maggioranza assoluta all’assemblea di Intesa SanPaolo. «C’è una grande speranza per l’Italia», ha detto tempo fa il chairman di Blackrock Larry Fink in un colloquio riferito dal presidente del Leone, Gabriele Galateri.
Ora un altro indizio della svolta in atto arriva ancora da Trieste e proviene da una delle roccaforti della crescita mondiale: la Cina. Secondo quanto emerge dal verbale che riporta i soci presenti all’ultima assemblea del gruppo triestino, la Banca centrale di Pechino (People’s Bank of China) possiede oltre lo 0,2% delle Generali. Bank of China ha una passione per le polizze visto che ha una quota identica di UnipolSai, il secondo gruppo assicurativo italiano. La Banca centrale cinese a fine marzo ha reso noto di possedere anche il 2,071% di Enel e il 2,102% di Eni.
L’ingresso nel Leone di Bank of China, guidata da Zhou XiaoChuan, con un investimento di 51,7 milioni, rappresenta una piccola svolta perchè testimonia la concretezza della nuova immagine internazionale del Leone nella gestione Greco e l’immagine speculare di un ritorno di fiducia nel Sistema Italia.
Inoltre, con il ritorno dei grandi fondi internazionali, prefigura una dimensione della compagnia sempre più disegnata sull’assetto di una public company. Scorrendo l’elenco degli investitori internazionali che hanno partecipato all’ultima assemblea si trovano ad esempio i grandi fondi pensione americani di Stati come Florida, Ohio, Kansas, Indiana, Wisconsin, Colorado, Milwaukee, la città di San Francisco.
L’arrivo di Bank of China nel capitale delle Generali non è una sorpresa assoluta se si pensa alla presenza ormai storica delle Generali in Cina con rapporti ormai consolidati. Il gruppo infatti ha una dimensione rilevante sul mercato cinese dove partecipa a una delle principali joint venture a partecipazione straniera. Lo stesso Greco, subito dopo l’investitura a Ceo, nell’ambito di un tour nei principali mercati del gruppo, ha incontrato nel 2012 anche il vicepremier cinese Wang Qishan.
Un po’ di cronistoria. Il gruppo è attivo nel segmento Vita dal 2002 (Generali China Life) e nel Danni (GGenerali China Insurance) dal 2007. Il Leone opera in Cina in partnership con China National Petroleum Corporation (Cnpc), il colosso petrolifero cinese, ed è stata scelta anni fa dalle autorità cinesi come consulente sui piani pensionistici per gli ex dipendenti statali. Inoltre la compagnia, dopo l’acquisizione del 30% della società cinese di asset management Guotai, ha ampliato la sua offerta anche al settore finanziario. Sergio Balbinot, oggi Chief insurance officer del gruppo triestino, nei primi anni Duemila ha guidato come ad l’espansione del gruppo all’ombra della Grande Muraglia, unico manager italiano nella ristrettissima cerchia di imprenditori internazionali chiamati a fornire consulenza in materia di politica economica al governatore del Guangdong, una delle più ricche province cinesi.
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