Banditi sequestrano un pullman

Sull’autostrada da Genova. A bordo c’erano studenti. Accoltellato un agente
Un agente davanti ai resti del pullman andato distrutto
Un agente davanti ai resti del pullman andato distrutto
ALESSANDRIA Caccia all’uomo nella notte fra Novara, Alessandria, Pavia e Milano. Si cerca un albanese, che ieri pomeriggio, insieme a due complici, ha dirottato un pullman di linea, in servizio da Alessandria ad Acqui Terme. Un blitz malavitoso in grande stile, per rapinare gioielli, soldi e telefonini. E sembra anche per chiedere un riscatto. Ma i tre albanesi hanno perso la testa.

Il bilancio di quanto avvenuto, per quanto provvisorio, parla al momento di due dirottatori arrestati (Ali Muka, 27 anni, e Albrahimi Armand, 19) di un loro complice in fuga, di un poliziotto ferito (in modo non grave). Illesi tutti i passeggeri, mentre il pullman è stato dato alle fiamme.

Secondo le ultime informazioni raccolte, ecco come si sono svolti i fatti. Il bus di pendolari parte regolarmente dalla stazione di Alessandria alle 13,30. E’ diretto ad Acqui Terme, un centro molto noto, sempre in provincia di Alessandria. Data l’ora, il mezzo è spesso usato da studenti che tornano a casa dopo il termine delle lezioni.

Secondo le prime ricostruzioni di polizia e carabinieri, il pullman dell’autolinea Arfea parte regolarmente da Alessandria. A bordo ci sono due poliziotti della scuola allievi di Alessandria, cinque donne e una decina di giovani. I tre banditi sono seduti in fondo al pullman, come normali viaggiatori: poi, alle 15, quando il mezzo è più o meno all’altezza di Cassine (Alessandria), uno di loro, armato di pistola, si avvicina al conducente e gli intima di invertire la marcia.

Perchè? Dove vuole portare il pullman? I tre parlano fra loro, ma non urlano slogan. Uno è armato di pistola, due di coltelli e tutti e tre hanno in mano delle bottiglie che, si scoprirà poi, sono piene di benzina.

L’autista non obbedisce e il dirottatore, secondo la ricostruzione della polizia, spara un colpo in aria. Uno dei due agenti interviene ma viene ferito da una coltellata al polso, ricevendo inoltre una botta in pieno volto.

A questo punto, visto il poliziotto ferito, i dirottatori ordinano all’autista di fermarsi. L’agente viene fatto scendere mentre l’altro rimane a bordo.

I tre adesso versano nel pullman la benzina che tenevano nelle bottiglie di plastica.

L’autobus dirottato viene fatto immettere sull’autostrada Voltri-Sempione al casello di Alessandria Sud e imbocca la direzione Nord. Si tratta di un’autostrada di nuova costruzione che, praticamente, affianca la Milano-Laghi e la Milano-Genova, partendo dal capoluogo ligure per arrivare alla galleria del Sempione, che porta in Svizzera.

Nell’area di servizio «Gravellona» cinque donne vengono fatte scendere.

Il mezzo, poi, lascia l’autostrada al casello di Vercelli Est, dove vengono fatti scendere altri ostaggi, e si immette sulla statale 11, in direzione a Novara. A questo punto la caccia è già scattata. Il poliziotto ferito ha dato l’allarme e decine di pattuglie, aiutate dagli elicotteri, vengono fatte arrivare in zona. Partono mezzi da Milano, Vercelli, Navara, Pavia, Alessandria.

Dopo qualche chilometro, nei pressi del ponte del Ticino, tra Trecate e Magenta, proprio al confine fra Piemonte e Lombardia, una pattuglia dei carabinieri intercetta l’autobus. Sul mezzo ci sono, oltre ai tre dirottatori, l’ autista e il poliziotto illeso. La pattuglia del reparto operativo di Novara apre il fuoco. I dirottatori tentano la fuga ma uno, ferito, viene catturato mentre cerca di saltare la recinzione che divide la strada dalla ferrovia. Infatti è centrato da un proiettile sparato dai carabinieri che gli frattura il braccio sinistro.

Il pullman viene incendiato. Gli altri due banditi raggiungono un bosco e si dileguano.

Nella zona scatta un’incredibile caccia all’ uomo con elicotteri, pattuglie di carabinieri e polizia e posti di blocco su tutte le strade. E’ quasi sera quando il cane Jago, nei pressi di un laghetto, fiuta la presenza di un uomo. Comincia ad abbaiare per consentire l’intervento delle pattuglie. In pochi minuti anche il secondo dirottatore si deve arrendere. Si tratta di un ragazzo dell’est Europa.

Poche le indicazioni che arrivano dalla magistratura. Il caso è nelle mani della direzione distrettuale antimafia di Torino che ha competenza sui reati di terrorismo e sequestro a scopo di estorsione. «Ma a quanto ci risulta - dicono stranamente i magistrati del capoluogo piemontese - i due dirottatori non hanno chiesto niente e non hanno rivendicato niente». Dunque resta, per ora, il mistero su un gesto comunque molto grave.

In serata il primo degli arrestati è stato interrogato in ospedale a Novara e l’altro in questura.

Riproduzione riservata © Il Piccolo