«Bandi illegittimi, l’Authority li revochi»
Franco Belci a testa bassa contro l’attuale gestione dell’Autorità portuale: il segretario regionale della Cgil non molla di un centimetro e continua nella sua offensiva. Anzi, ci aggiunge un passo formale. Dopo aver criticato il vertice della Torre del Lloyd e chiesto chiarimenti (senza ricevere risposta alcuna) sulla «costante e ramificata presenza della Curia» - aveva dichiarato lo stesso Belci - nei «meandri del porto, quelli altolocati, beninteso», sul progetto della chiesetta in Porto vecchio (precisamente su chi ne finanzierà la realizzazione) e sull’attivazione di procedure di selezione di nuovo personale, il sindacalista è passato all’azione proprio nel “suo” campo: quello del lavoro e della tutela dei diritti dei lavoratori. Così, proprio ieri, è stata inviata dall’avvocato Giovanni Ventura, per conto di Belci, agli uffici di via von Bruck una lettera raccomandata dal sapore della diffida.
«Scrivo per conto del dott. Franco Belci nella sua veste di legale rappresentante della Cgil del Friuli Venezia Giulia per segnalare - entra subito nel merito il legale nel documento spedito all’Authority - l’evidente illegittimità della decisione recentemente assunta dall’ente di bandire alcune procedure di selezione di personale anche relativamente a posizioni per cui sono già presenti corrispondenti professionalità all’interno dell’ente». Questo è il nocciolo della questione: «In particolare emerge che per alcune posizioni messe a concorso (per le quali si prevede in un caso il possesso della laurea in economia e commercio, scienze politiche o scienze economiche aziendali e scienze statistiche e attuariali o equipollenti ovvero in altro caso il diploma di istruzione secondaria superiore ad indirizzo tecnico per geometri) si rinvengono tra i dipendenti dell’ente numerosi soggetti, assunti a tempo determinato, che avrebbero titolo alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato in applicazione di principi di diritto già correttamente riconosciuti dall’ente in precedenti situazioni».
Perché dunque pescare all’esterno? Quesito che Belci si è posto e ha posto a Marina Monassi, presidente dell’Authority. Prima attraverso dichiarazioni di fuoco, adesso coinvolgendo un legale: «Rammento che, per preciso obbligo previsto dalla contrattazione collettiva - prosegue l’avvocato Ventura -, le Autorità portuali in caso di necessità di copertura di posti disponibili o resisi vacanti oppure per particolari esigenze prima di procedere ad assunzioni devono valutare la presenza in organico di esperienze professionali coerenti con la posizione da ricoprire». E aggiunge in proposito: «Ricordo che alcuni anni orsono il Tribunale di Trieste ha già accertato l’illegittimità di assunzioni effettuate prescindendo dalla valorizzazione di risorse interne». La conclusione è un “invito”: «Ferme restando le verifiche chieste anche dalle organizzazioni sindacali di categoria per quel che riguarda le ripercussioni che il perfezionamento delle procedure di cui si tratta produrrebbe sugli organici dell’Autorità portuale, che tuttora - rileva il legale - risultano in rilevante esubero, invito per quanto sopra a revocare le procedure di selezione bandite con provvedimenti adottati nello scorso mese di luglio per posizioni per le quali risultano già presenti professionalità idonee, anche con rapporto non a tempo indeterminato o di livello inferiore a quello previsto, e a procedere alla copertura delle esigenze individuate in modo conforme alle norme di legge e contrattuali».
Come si comporterà ora l’Authority? Se lo chiede, e attende, anche Franco Belci: «Aspettiamo di vedere - afferma il segretario della Cgil Fvg - se l’Autorità portuale risponderà o meno. La diffida dovrebbe indurre l’Ap a sospendere le procedure di selezione in autotutela». Se ciò non dovesse accadere? «Se l’Autorità portuale decidesse di procedere ugualmente, in primis avvertiamo che chi concorrerà alla selezioni potrebbe poi avere una sorpresa. Inoltre, sempre nel caso l’Authority andasse avanti - prosegue Belci -, segnaleremo alla Corte dei conti la questione e patrocineremo, davanti al Tar o al Tribunale del lavoro, tutte le cause di quanti si riterranno danneggiati da questa procedura». Una cosa ancora, Belci tiene a precisare: «L’Authority non ha smaltito come avrebbe dovuto i propri esuberi. Anche questa - afferma - è materia da Corte dei conti. Noi, sia chiaro, non abbiamo intenzione di danneggiare nessuno. Siccome l’Ap ha delle professionalità interne, stabilizzi quelle. Non si vede perché debba seguire regole diverse dagli altri enti».
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