Banda fermata col bottino in mano Furti in casa, i padroni dormivano
I poliziotti li hanno arrestati con la refurtiva in mano: stavano andandosene via dopo aver messo a segno un colpo in un’abitazione di via Bonomea al cui interno la proprietaria stava dormendo.
È successo l’altra notte in strada del Friuli. In carcere sono finiti tre serbi: Sasa Kos, 39 anni; Slobodan Jovanovic, pure di 39 anni e Dejan Purisic, 38 anni. Per il pm Federico Frezza si tratta della banda che nell’ultimo mese ha messo a segno una ventina di furti anche di modesta entità in appartamenti non solo di Trieste, ma pure di Monfalcone e di Muggia. Secondo la polizia i tre serbi sono gli autori in particolare dei colpi messi a segno ai “Mulini” di Muggia e anche a San Luigi. Ma la lista comprenderebbe appunto non meno di una ventina di colpi riconducibili ai tre ladri. Aprivano le porte blindate (non erano state chiuse a chiave dai proprietari che dormivano) utilizzando un particolare gancio che faceva scattare l’apertura. Poi entravano nelle case e rubavano quello che trovavano nell’ingresso o nel salotto. Al mattino per i proprietari l’amara sorpresa. La roba era sparita, nessuna traccia nè segno di effrazione.
A consentire l’individuazione dei tre ladri è stata una Volvo rossa bordeaux targata Vienna con la quale si muovevano tra Trieste e Monfalcone. La vettura è stata individuata dopo lunghe ricerche tre giorni fa dai poliziotti della Mobile. È stata seguita anche grazie al segnale emesso da un rilevatore Gps che era stato fissato sotto la scocca del telaio. E così l’altra notte quando due dei tre malviventi (Slobodan Jovanovic e Dejan Purisic) sono tornati dopo un colpo verso la macchina, parcheggiata in strada del Friuli, hanno trovato gli agenti ad attenderli. Sasa Kos, il terzo malvivente, è stato fermato dopo qualche ora in un appartamento nel centro città dove era stata depositata una parte della refurtiva dei furti. Ci sono orologi Rolex, computer Apple e anche preziosi. Oggi i tre serbi saranno interrogati dal giudice Raffaele Morvay alla presenza del pm Federico Frezza e dei difensori.
La traccia che ha consentito l’individuazione dei ladri è un bancomat rubato in una casa di Monfalcone durante uno dei tanti furti. Quella tessera è stata introdotta in un terminale a Barcola. Gli investigatori sono risaliti attraverso le immagini delle telecamere del Comune a una Volvo rossa bordeaux che era stata vista ripartire dopo il prelievo. La vettura è stata discretamente cercata per giorni e giorni nella provincia di Trieste e anche in quelle vicine. Poi è stata individuata. Ma gli investigatori non hanno agito subito: hanno installato il rilevatore Gps e da un computer hanno localizzato l’auto sospetta.
Alla fine, è scattata la trappola. Proprio mentre due componenti della banda stavano rientrando. La donna proprietaria dell’ultima casa in cui i ladri avevano colpito stava dormendo quando gli agenti hanno suonato il campanello. Al momento si è ovviamente spaventata. Poi, commossa, ha ringraziato i poliziotti.
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