Banda di trafficanti di esseri umani rapisce una donna, 52enne serbo fermato a Trieste

La polizia ha individuato l'auto dell'uomo mentre passava davanti alla stazione. Termina così un'indagine nata dalla denuncia di un cittadino kosovaro, la cui era stata sequestrata dalla banda. La donna è stata liberata al seguito del pagamento di un riscatto

TRIESTE Lotta all’immigrazione clandestina: fermato dalla Polizia di Stato un cinquantaduenne serbo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, estorsione e sequestro di persona. Alle prime ore di ieri, 8 maggio, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Trieste, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto il cittadino serbo B. D., classe 1966, ritenuto responsabile, in concorso con altri soggetti in corso di identificazione, dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione nei confronti di almeno una cittadina kosovara al settimo mese di gravidanza.

Donna rapita, ecco l'auto che passa a Trieste

La vicenda si origina dalla denuncia sporta dal marito della donna il quale, nella notte dello scorso 6 maggio, ha riferito agli uffici della Questura che la propria moglie era tenuta in ostaggio da parte di alcuni membri di un’organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dal Kosovo che avrebbero dovuto condurla in Italia, ma che, una volta ricevuto il compenso pattuito di 3 mila euro, avevano preteso ulteriori 3 mila euro per la liberazione della donna.

Immediatamente sono state avviate serrate indagini, coordinate dalla Procura, a seguito delle quali si è risaliti al tipo e modello di autovettura utilizzata dai trafficanti per giungere in Italia. Sono subito partiti capillari servizi di osservazione e perlustrazione, svolti sia in città che in provincia e a ridosso dei valichi confinari: l'auto è stata intercettata nella tarda serata dello scorso 07 maggio, nei pressi della stazione di Trieste. Dopo un riservato pedinamento, la polizia ha provveduto quindi a bloccare il veicolo, con l’ausilio di personale del Settore Polizia di Frontiera terrestre di Trieste, mentre si apprestava ad oltrepassare il valico di frontiera di Rabuiese in direzione Slovenia.

L’unica persona presente a bordo è stata individuata e condotta in Questura per i conseguenti approfondimenti investigativi. Gli ulteriori accertamenti hanno consentito di acclarare che il B. D. aveva la disponibilità dell’utenza telefonica attraverso la quale la donna aveva in alcune occasioni, nella giornata precedente, comunicato con il proprio marito. Tra gli effetti personali del fermato è stato rinvenuto, inoltre, un biglietto aereo per il Kosovo intestato a terza persona, individuato, nel corso dell’attività d’indagine, quale ulteriore membro del sodalizio criminale. Contestualmente, gli inquirenti sono venuti a conoscenza del fatto che la donna era stata rilasciata a seguito del pagamento della somma richiesta da parte del di lei fratello, che dimora in un altro stato europeo. Sulla scorta delle risultanze acquisite, B. D. è stato quindi sottoposto a fermo di indiziato di delitto e condotto nella casa circondariale triestina a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

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