Bancarelle in Ponterosso a Trieste. E riesplode la polemica
Comitato residenti e opposizione all’attacco: «Posto inadeguato per una sagra». L’assessore Tonel ribatte: «Anche gli ambulanti sono lavoratori. Sosteniamoli»
Le manifestazioni a carattere gastronomico nell’area del canale, fra Ponterosso e piazza Sant’Antonio, sono una caratteristica della Trieste degli ultimi anni, sotto l’amministrazione Dipiazza. La scelta del luogo per questo genere di eventi, però, si attira regolarmente le critiche dei residenti e delle forze politiche.
TRIESTE Il fumo delle griglie si innalza nel cielo sopra Ponterosso, portando con sé l’ormai tradizionale polemica: il Canale è davvero il luogo più adatto per iniziative di questo genere? Questa volta tocca all’opposizione (dem e pentastellata) mettere nel mirino la giunta, mentre il comitato dei residenti dice: «È disarmante pensare che una cosa così poco bella sia un punto così prestigioso per la città». Risponde l’assessore Serena Tonel: «In tempi di Covid, dare lavoro è un atto di solidarietà».
Lasorte Trieste 24/09/20 - Ponterosso, Festival Street Food
Al centro della disputa c’è il “Salotto del Gusto” dell’International Street Food Italia, in corso da ieri a domenica sulle rive del canale. È l’esordio in Ponterosso per questa manifestazione, che come quelle che l’hanno preceduta finisce per attirarsi strali e perplessità. In passato era stato lo stesso parroco della chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo ad attaccare il Comune per gli effluvi di salsiccia che s’intrufolavano nel tempio.
Lasorte Trieste 24/09/20 - Ponterosso, Festival Street Food
Ora è Lorella Francarli, presidente del Comitato Ponterosso, a criticare la scelta della giunta: «Noi critichiamo la qualità - dice -. Non abbiamo nulla contro lo street food, che ci potrebbe stare, ma così com’è sembra una sagra. E le sagre è giusto che stiano in Carso». Prosegue ancora Francarli: «Quel che serve è porre dei requisiti di qualità, come avviene al mercatino di Nizza. Se non lo si fa, tanto vale organizzare queste sagre in rioni da rivitalizzare, dove avrebbero anche più visitatori». Unica nota positiva per il Comitato: «I volumi, che questa volta sono limitati, ed è una cosa che apprezziamo».
In Consiglio comunale la capogruppo Pd Fabiana Martini commenta: «In Ponterosso ormai i mercatini spuntano come funghi dopo una giornata di pioggia senza una minima programmazione e senza alcun coinvolgimento della commissione competente e degli esercenti locali. Con buona pace del decoro tanto invocato dall’amministrazione. Panem et Circenses è evidentemente una formula inossidabile anche ai tempi del coronavirus. La strategia turistica del centrodestra almeno è chiara: Trieste città dei gazebo». Incalza il pentastellato Paolo Menis: «Non capisco quale sia la strategia di questa giunta comunale. Da una parte contribuisce giustamente, con gli abbattimenti Tari e con le occupazioni di suolo pubblico gratuite, a dare ossigeno ai pubblici esercizi e alle imprese. Poi dall’altra, in modo incontrollato, continua con queste manifestazioni estemporanee che possono anche essere apprezzate dai triestini ma che non fanno altro che fare concorrenza esasperata a locali e commercianti».
L’assessore al Commercio Tonel replica alle accuse: «L’evento è in calendario da inizio anno, è stato presentato in commissione e alle categorie. Certo non è del tutto come previsto, avevamo preso degli accordi per dare un taglio di qualità, ma il Covid ha pesato anche sugli ambulanti: ad esempio molti provenienti dall’estero non son riusciti a venire. Ci è sembrato comunque, per il carattere peculiare della manifestazione, che fosse adatta al luogo». Conclude Tonel: «Si tratta comunque di persone che lavorano, e non mi risulta che danneggino le attività limitrofe. Siamo andati in soccorso ai commercianti con dehors e detrazioni, questo è un atto di solidarietà verso gli ambulanti». —
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