Banca Generali si rafforza a Nordest
TRIESTE. «Siamo molto soddisfatti dall’andamento della raccolta di inizio anno. Puntiamo all’obiettivo dei 2 miliardi»: Piermario Motta, amministratore delegato di Banca Generali, interpreta una fase di mercato positiva. Il 2014 è partito «sotto i migliori auspici», con una raccolta netta a 807 milioni di euro nel primo trimestre (+30%). Un risultato che rappresenta il 13,6% della raccolta totale censita da Assoreti. L’assemblea ha anche ratificato l’ingresso di Philippe Donnet, numero uno di Generali Italia, nel board.
Mentre i big bancari accelerano sulla rottamazione degli sportelli e tagliano 1.500 filiali, la banca del Leone si trova già in una posizione di vantaggio e anzi sta “arruolando” consulenti e promotori anche dal sistema bancario tradizionale. Fino ad ora i nuovi reclutamenti sono oltre una trentina: «Sono in prevalenza bancari che lasciano le strutture bancarie e lo stipendio fisso per venire a fare gli imprenditori da noi», dice Motta.
La corazzata del risparmio gestito del gruppo triestino ha presentato ieri in assemblea a Trieste i conti 2013: l’utile consolidato è cresciuto del 9% a 141,3 milioni di euro. Le masse sono salite a 30,2 miliardi nel primo trimestre: «Il 2013 è stato sicuramente un anno molto positivo per le reti che nel complesso hanno raccolto 16,6 miliardi di asset in Italia. Bisogna tornare indietro nel 2009 per trovare un dato migliore (17,7 miliardi euro) che però era influenzato dall’operazione di rientro di capitale grazie allo scudo fiscale». Quello che Motta ha definito «il miglior utile di sempre» sarebbe stato più brillante «senza l’addizionale Ires dell’8,5% introdotta a fine novembre 2013 su banche, assicurazioni e società di gestione».
Il dividendo proposto è di 0,95 euro per azione, cinque centesimi in più rispetto allo scorso anno. Circa 55 milioni, sui 109,6 distribuiti, finirano nelle casse del socio di controllo Generali. Motta, intanto, guarda alle potenzialità di espansione del mercato nordestino: «É una delle nostre aree principali per dinamismo e sviluppo. Ci siamo molto ben radicati nel territorio. Abbiamo superato i 5 miliardi di masse gestite mentre la raccolta nel 2014 ha superato i 150 milioni. Il management, guidato dall’area manager Leandro Bovo, è molto capace». In vista ci sono anche possibili nuove acquisizioni: «Stiamo valutando diversi dossier».
Dopo la crisi dello spread e del debito sovrano gli italiani stanno tornando a investire i propri risparmi? «Il valore complessivo del risparmio delle famiglie italiane oggi supera gli 8.500 miliardi. Tradizionalmente l’investimento nel mattone ha sempre fatto la parte del leone e rappresenta i due terzi di questa ricchezza. Va detto però che nell’ultimo anno il valore della ricchezza immobiliare si è contratto del 3,5 per cento, un segno forse che la crescente imposizione fiscale sta un po’ minando l’appetibilità di questo investimento per le famiglie». Le famiglie si stanno muovendo con cautela verso il risparmio gestito? «La ricchezza finanziaria in Italia-chiarisce Motta- è cresciuta del 4,5% a 3.670 miliardi. Siamo al sesto posto al mondo. Tuttavia un terzo dei 3.700 miliardi di risparmio finanziario è tenuto in contanti e conti correnti, una scelta che con il livello di tassi attuali significa erodere il risparmio. Lo scenario, dopo la crisi del debito sovrano e l’allarme spread, sta cambiando in positivo. Il mercato si sta riaprendo e le principale banche italiane stanno rafforzando la rete». L’Abi è insorta dopo l’aumento della tassazione sulle rivalutazione delle quote di Bankitalia. Pensa che lo scontento delle banche avrà ripercussioni? «Non si può vivere sempre in emergenza. Abbiamo falcidiato il settore dei fondi di investimento con una politica fiscale sbagliata in una fase in cui invece si può sperare nella ripresa», commenta ancora Motta.
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